Gagliardetti & Dintorni di Marco Cianfanelli

Gagliardetti & Capitani – Coppa del Mondo Rimet – Italia 1934

Il mondiale di calcio organizzato nel 1934 è, indubbiamente, una fonte interessante per studi ed approfondimenti inerenti lo scambio di gagliardetti tra capitani

Il mitico Ricardo Zamora consegna a Combi il gagliardetto spagnolo prima di Italia – Spagna

Considerando esclusivamente le gare degli azzurri ed includendo anche la gara di qualificazione disputata contro la Grecia, le testimonianze dell’epoca attestano in maniera evidente che l’Italia non consegnò mai gagliardetti agli avversari ricevendolo solo una volta in occasione della (prima) gara disputata contro la Spagna e valevole per i quarti di finale. Un gagliardetto privo dello stemma della federazione iberica e con colorazione rossa al palo giallo centrale (da come risulterebbe dalle immagini reperite da “fonte aperta”) e con i ricami riportanti la scritta “Federacion Espanola” in prima riga e “Fútbol” al di sotto mentre in basso, l’ulteriore ricamo “Federazione Italiana”. Chiarito il dilemma circa l’utilizzo del gagliardetto è opportuno dettagliare circa un rituale effettuato dagli azzurri, ripetuto in almeno due occasioni. La prima contro la nazionale statunitense dove gli azzurri si schierarono in campo, al pari degli americani, con un alfiere che sorreggeva la bandiera nazionale. Alfiere d’eccezione nella circostanza Giuseppe Meazza che trasportò un vessillo che aveva apposto un nastro nero con entrambe i lati riportanti dei ricami. In quello visibile nella foto in basso è visibile la scritta “Nazionale Italiana”. La stessa procedura venne adottata in occasione della finalissima contro la Cecoslovacchia ma con alfieri di circostanza mentre i convenevoli tra capitani vennero “sbrigati” attraverso una classica stretta di mano e la consegna di un mazzo di fiori da parte di Planicka a Combi.

Giuseppe Meazza portabandiera prima di Italia – Stati Uniti
Particolare della fascia nera apposta sul vessillo portato da Meazza

Un’ultima, interessante, osservazione. In quel mondiale il capitano azzurro era Combi. Per quale ragione allora si scelse Meazza come alfiere della partita contro gli Stati Uniti in cui, peraltro, il Capitano fu Rosetta e non Combi? Con un preciso significato anche l’ingresso in campo che vedeva affiancati Rosetta, Meazza e Combi. La mia soluzione, forse un po’ fantasiosa, ma sostenuta dai dati anagrafici degli azzurri è questa: a Meazza, all’epoca ventiquattrenne, fu dato questo onere perché il più giovane tra gli azzurri scesi in campo. E qui credo che “l’ordine di scuderia” sia partito dal grande Vittorio Pozzo già Tenente degli Alpini nel corso della Prima Guerra mondiale che fece ripetere, verosimilmente, la tradizione in un uso in ambito militare di far ricoprire l’onore di alfiere alla Bandiera di guerra delle unità all’ufficiale subalterno più giovane.

(Tutte le immagini sono tratte dai video dell’epoca dall’Archivio Storico Luce)

Marco Cianfanelli

Originario di Ariccia, nel bel mezzo dei Castelli Romani. Impegnato nel mantenere viva la memoria del calcio studiandone “i colori” che lo contraddistinguono. Studioso di Araldica. Tra i più grandi collezionisti al mondo di gagliardetti. Un sito, www.pennantsmuseum.com , per condividere con i calciofili, italiani ed esteri, il fascino intramontabile dei gagliardetti.

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Marco Cianfanelli

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