Storie di Calcio

I 55 anni di Rui Barros, il furetto portoghese che incantò la Juve

Published

on

GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

“Il gol di Barros mette definitivamente ko il Milan e scatena l’ira di Sacchi”

Un impeccabile Carlo Nesti, in uno Juventus – Milan che preannuncia l’atmosfera mondiale di Italia ’90, racconta le prodezze di un piccolo portoghese dai piedi fatati. E’ il 13 Marzo del 1990 e la Juventus del pragmatico Zoff ha appena sconfitto la corazzata invincibile di Sacchi. Quel giorno, Rui Gil Soares de Barros tornerà al gol in campionato, dopo un digiuno che durava dal 25 Giugno 1989, il giorno della doppietta in sei minuti al Verona.

158 centimetri e uno scatto da velocista abbinato ad una tecnica eccellente. I bianconeri del presidente Agnelli lo avevano acquistato nell’estate del 1988, incantati dalle gesta di quel furetto capace di regalare la Supercoppa Europea al suo Porto, in finale contro l’Ajax.

La prima pagina de La Gazzetta dello Sport che annunciava l’arrivo del portoghese

Con Os Dragões giocherà soltanto una stagione, nonostante le intenzioni del club di Oporto fossero quelle di fargli sostituire il genio Futre, passato alla corte dell’Atletico Madrid del vulcanico Jesus Gil.

In bianconero, un biennio condito da 19 reti in 90 partite e da una doppietta Coppa Italia – Coppa Uefa raggiunta all’ultima stagione.

Lascerà Torino e la Seria A nel 1991, “vittima” della rivoluzione di pensiero marchiata Maifredi – Montezemolo; si accaserà qualche km più a ovest, in un Principato di Monaco che lo vedrà protagonista di una coppia d’attacco formidabile, insieme ad un giovanissimo George Weah, attaccante liberiano tecnicamente e fisicamente straripante.

Rui Barros terminerà la sua carriera lì dove era iniziata, in quel Porto con il quale vincerà cinque campionati in sei stagioni.

più letti

Exit mobile version