GLIEROIDELCALCIO.COM (Marco Cianfanelli)

La storia ed il gagliardetto di oggi rimanda il calendario indietro di ottantaquattro anni fino al 1938, nell’XVI dell’era fascista. Oggi come allora si celebrava Pasqua ma la formazione giovanile del Bologna, i “boys” come venivano appellati all’epoca, trascorsero quella festività gareggiando in quello che certamente era il maggiore torneo giovanile dell’epoca a livello continentale. Tale competizione era intitolata a Walther Bensemann un giovane appassionato e pioniere del calcio tedesco tanto da promuoverne la diffusione ed essere lui stesso tra i fondatori del Karlsruher Fussballverein e.V. uno dei club storici della Germania costituito nel 1891.

Egli fu, inoltre, il fondatore della nota rivista tedesca Kicker e idealizzava il calcio quale mezzo attraverso cui unire i popoli. Ai posteri resta una sua frase esemplificativa con cui voleva esprimere tale ideale: “…Lo sport è una religione e forse l’unica cosa capace di unire le genti e le classi sociali…”. Di origini ebree ed inviso al regime nazista fu costretto a fuggire in Svizzera dove poi morì in circostanze misteriose. Tristissima storia di una vicenda totalmente avulsa al calcio e purtroppo non unica. Basti pensare, ricordando Arpad Weisz allenatore e colonna del Bologna di quei tempi, l’entrata in vigore delle leggi razziali volute dal regime fascista che allontanarono Weisz dalla panchina della squadra felsinea nel 1938 prima della sua deportazione al campo di concentramento di Auschwitz.

Il Bologna affrontava nel 1938 il torneo intitolato a Bensemann forte della vittoria conquistata l’anno precedente a spese dei cecoslovacchi del Zidenice Brno, battuti per 3-1 in semifinale e del Servette superato in finale. Anche in quella circostanza il Bologna, forte di un vivaio floridissimo che ben supportava la prima squadra pluricampione, arrivò fino alla fine riuscendo a bissare la vittoria del 1937 superando stavolta gli olandesi del VVV Venlo ed ancora una volta il Servette. Di quella nidiata di giovani rossoblu viene in mente la figura di Dante Nardi la mezzala di Malalbergo, centro alle porte di Bologna. Presente in entrambe le vittoriose competizioni, Nardi fu portato dall’allenatore austriaco del Bologna Felsner in prima squadra dove totalizzò, a partire dal suo esordio il 21 dicembre 1941 contro la Lazio, quarantuno presenze e 17 reti.

Dante Nardi (foto Wikipedia)

Molte sono le curiosità legate al gagliardetto che commemora la vittoria dei ragazzi bolognesi. Il primo luogo la denominazione ricamata in testa al gagliardetto che riconduceva all’Associazione Giuoco del Calcio (A.G.C.) che sostituì, a partire dalla stagione 1934 – 1935, la precedente Bologna Sezione Calcio imposta dal fascismo per sostituire l’originaria denominazione Bologna Football Club. Anche lo stemma al centro del gagliardetto non era affatto casuale. Esso, oltre ad essere il simbolo delle Federazione Giuoco Calcio, poteva essere indossato dalle squadre detentrici del titolo di Campioni d’Italia come il Bologna in quella circostanza.

Poi la scritta Pasqua 1938 che riconduce proprio al periodo in cui i Boys del Bologna disputarono e vinsero l’ambito trofeo internazionale giovanile. Quell’anno la Pasqua cadeva proprio, come quest’anno, il 17 aprile.

Marco Cianfanelli

Originario di Ariccia, nel bel mezzo dei Castelli Romani. Impegnato nel mantenere viva la memoria del calcio studiandone “i colori” che lo contraddistinguono. Studioso di Araldica. Tra i più grandi collezionisti al mondo di gagliardetti. Un sito, www.pennantsmuseum.com , per condividere con i calciofili, italiani ed esteri, il fascino intramontabile dei gagliardetti.

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