La Penna degli Altri

La “sedia di Mondonico”: storia di un gesto e di un allenatore rimasti nell’immaginario collettivo

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(FANPAGE.IT di Alessio Pediglieri)

Il sito FanPage racconta Emiliano Mondonico e la sua originale protesta nella finale di Coppa Uefa contro l’Ajax. Ecco un estratto.

[…] Il mondo dello sport è ricco di momenti epici, in cui chi ha pensato di aver subito un torto si è scatenato in proteste, a volte esemplari e rimaste nell’immaginario collettivo. […] Tra queste, non si può dimenticare un’altra scena straordinaria, di una protesta tanto esemplare quanto particolare, quella di Emiliano Mondonico, targata 1992, quando – alla guida del Torino, si rese protagonista di un gesto immortalato da telecamere e macchine fotografiche: la sedia alzata al cielo in uno dei palcoscenici più visti e seguiti a livello internazionale, la finale dell’allora Coppa Uefa che vedeva di fronte la squadra granata all’Ajax, giocata ad Amsterdam nella gara di ritorno che si concluse 0-0, regalando la coppa agli olandesi capaci a Torino di chiudere sul 2-2 l’andata.

[…] Ad Amsterdam […] Il Torino di Mondonico dà il meglio di sè: cuore e grinta, ci si mette anche la sfortuna colpendo due volte il palo e una traversa. Alla fine, terminerà 0-0 la Coppa andrà all’Ajax ma l’episodio che resterà per sempre sarà quel gesto di ‘Mondo’: un fallo su Cravero in area di rigore non viene fischiato, i giocatori protestano, le immagini sono chiare ma l’arbitro (lo jugoslavo Zoran Petrović) non fischia. […] Una sedia alzata a mo’ di clava, dalla panchina nei confronti dell’arbitro reo di non aver avuto il coraggio di fischiare un rigore che avrebbe potuto cambiare la storia del Torino e la carriera di mister Mondonico: “Quella sedia è il simbolo di chi tifa contro tutto e tutti. È il simbolo di chi non ci sta e reagisce con i mezzi che ha a disposizione. È un simbolo-Toro perché una sedia non è un fucile, è un’arma da osteria”

[…] Quel ‘suo’ Toro dei primi anni ’90 è stato uno degli ultimi, se non l’ultimo, nel quale tutti i tifosi d’Italia si sono almeno una volta identificati. Quella squadra rispecchiava il carattere di Mondonico: schietto e sincero (con Lentini, Mussi, Venturin), testardo e battagliero (nei piedi e la tenacia di Pasquale Bruno, Annoni, Benedetti e nelle parate di Marchegiani) e nella voglia di sorprendere (con la fantasia di Scifo, i gol di Casagrande,  e la personalità di capitan Cravero).

 

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