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Libri: “Football Nostalgia Novanta”. Intervista con gli autori Riccardo Cavassi e Marco Tarek Tailamun

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – Per la rubrica “Libri” abbiamo raggiunto e intervistato Riccardo Cavassi e Marco Tarek Tailamun, autori del libro “Football Nostalgia Novanta”, edito da Ultra Edizioni.  

Riccardo e Marco sono i fondatori di Football Nostalgia Novanta, una delle storiche pagine Facebook con cui compiere un viaggio nei meandri di una decade magica ed irripetibile.

I due amici ci presentano una fantasiosa playlist di personaggi e aneddoti unica nel suo genere, tratteggiata con passione, maleducazione e irriverenza. Un viaggio nel tempo tra le meraviglie di un decennio indimenticabile, nel quale soubrette poco vestite e presidenti miliardari fanno da cornice a un universo di campioni stellari e fenomeni parastatali, portierioni, terzinacci, gol leggendari e imprese titaniche. Da Bergkamp a Marco Simone, passando per Ronaldo il Fenomeno, Gigi Lentini, El Burrito Ortega e Ciccio Cozza, fino ad arrivare alle epopee della Danimarca a Euro 92 e della Stella Rossa di Savicevic e Prosinecki: ogni storia riporta alla luce i fasti di un’epoca magica e irripetibile, tempestata di protagonisti leggendari, folli, immortali e avanti anni luce rispetto a quelli che popolano il calcio contemporaneo.

Un triplo appuntamento, oggi l’intervista agli autori e nelle prossime settimane due estratti del libro.

Si ringrazia la casa editrice Ultra Edizioni per l’opportunità.

Buona lettura.

Il team de GliEroidelCalcio.com

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Chi sono Riccardo e Marco …  come si sono conosciuti …

“Siamo due amici legati da una storia un po’ balorda e da mille passioni in comune. La prima che nell’ordine abbiamo scoperto è l’amore per il calcio dei Novanta. Quello della nostra infanzia. Delle sette sorelle, del Divin Codino, di Mai Dire Gol e Colpo Grosso, delle marcature da denuncia di Neqrouz, dei Presidentissimi col portafogli bucato, della Serie A miglior torneo al mondo. Insomma di quel calcio che ancora faceva impazzire, soffrire e sognare allo stesso tempo. Ci siamo conosciuti circa una decina d’anni fa proprio creando una pagina Facebook (Football Nostalgia Novanta) in cui abbiamo iniziato a condividere le nostre personalissime, satiriche biografie dei beniamini di quel calcio, con i loro vizi e le loro virtù, raccontando allo stesso tempo di imprese e porcherie, tra cronaca, gossip e surrealismo, confondendo tutto con le nostre esperienze prepuberali e con l’irrefrenabile passione per quell’epoca pazzesca. Presto ci siamo resi conto che parlarne ci faceva tornare due adolescenti terribili, completamente spericolati. Non abbiamo mai sentito il bisogno di rispettare nessun canone, di rimanere agganciati alla realtà, di preoccuparci delle conseguenze. Ogni giorno ci aspettavamo di trovarci un Seba Rossi sotto casa, incazzato come un toro, a cui dover dare spiegazioni per l’ultimo pezzo uscito. E la cosa ci divertiva tantissimo. Abbiamo sempre scritto di calcio per gioco, in modo sporco e dissacrante, ben oltre i limiti dello sfottò, ma con creatività, cercando il colpo imprevedibile, il tocco di genio, la giocata di fantasia, misurando, come i veri numeri 10, lucidità e follia, per rendere al meglio quello che crediamo essere un grande omaggio ai nostri campioni. Il libro è la prova di quanto siamo seri quando facciamo gli idioti”

Come è nata l’idea di scrivere questo libro … 

“Per l’appunto, il libro nasce come raccolta dei nostri racconti preferiti sul calcio degli anni 90. Una sorta di diario dei ricordi in cui tutto splende come una Coppa Uefa alzata al Parco dei Principi, profuma come un paio di Pantofola d’Oro coperte di grasso, inebria come il decolleté di Serena Grandi in un dancing di Cesenatico. Nei nostri racconti, ogni dettaglio è inevitabilmente ingigantito: Hide Nakata in muta Galex arancione diventa una sorta di personaggio mitologico, Pasquale Luiso ha cambiato la storia del calcio, Nicolone Berti ha più addominali di Cristiano Ronaldo. Nonostante nel tempo siano nate molte pagine social a sfondo nostalgico, abbiamo sempre avuto la presunzione di pensare che i nostri racconti avessero qualcosa in più. Il nostro stile è all’opposto del politically correct, spesso prendiamo derive che col calcio giocato non c’entrano una fava, ci piace pure sbagliare qualche statistica, o qualche cognome ogni tanto. Ma è grazie a questa libertà totale che riusciamo a rendere pop anche la parrucca di Cervone, gli scaldamuscoli di Angelino Di Livio, gli autogol di Ricky Ferri”

Gli anni Novanta: come cambia la società e quindi il calcio in questo decennio?

“La tv e la tecnologia in generale, insieme ad un instancabile corsa all’oro, hanno rotto un incantesimo che sembrava magico. Abbiamo la sensazione che i ragazzini di oggi vivano il calcio in modo disilluso e distaccato. Sono lontani i giorni delle partitelle infinite sotto casa ad imitare le prodezze di Protti o esultare ad ogni gol scimmiottando il trenino del Bari. Di quando le serate di Pippo Inzaghi e Bobo Vieri le potevi solo immaginare, o al massimo fartele raccontare da una cubista del Papeete. Il grande rammarico è proprio questo: il calcio non è più magia ma risultati e i calciatori non sono più miti irraggiungibili, ma bellimbusti senza bandiera, pupazzi coperti di filtri, sempre appiccicati al cellulare, che spiattellano senza ritegno le proprie vite sui social”

Chi non ha vissuto questo calcio, cosa ha perso effettivamente secondo voi?

“Chi non ha vissuto questo calcio ha perso uno spaccato di Italia irripetibile. Un Serie A El Dorado del pallone, foraggiata dal cash della criminalità organizzata, in cui i migliori atleti del mondo davano vita ad un torneo incredibile, condito dall’imperfezione che contraddistingue il nostro paese. A noi di quel calcio piaceva tutto: gli acquisti sconsiderati, le imprese epiche, i fenomeni parastatali e i bidoni clamorosi, pure gli scandali avevano un fascino unico. Avevamo tra le mani il giocattolino più bello di tutti e ce lo siamo fatti scivolare tra le dita. O forse era semplicemente una bomba ad orologeria, destinata a disintegrarsi”

Qual è il metodo utilizzato per la narrazione?

“Beh diciamo che dopo ogni capitolo ci è toccato andare in parrocchia a confessarci. Come detto, il taglio utilizzato è molto sopra le righe. Non si guarda in faccia a nessuno: le metafore sono spinte, la propensione a ironizzare sul dettaglio sconcio è nel nostro DNA. Le nostre mamme di certo non saranno contente. Spesso preferiamo parlare delle emozioni che abbiamo provato vedendo un gol più ancora dell’episodio centrale. Ogni capitolo, per stile, struttura e forma, è molto diverso dal precedente e il successivo. Alcuni raccontano le carriere e le vite di campioni per noi meravigliosi, ma per la massa tutt’altro che scontati, vedi Gigi Lentini, Dennis Begkamp, Ciccio Cozza o Superman Mazzantini. Altri ripercorrono imprese epiche, dalla Danimarca trionfante ad Euro92 alla Stella Rossa campione d’Europa. Altri pezzi non sono altro che spaccati di vita o viaggi mentali estremamente personali (e discutibili). Il nostro ricordo di Ronaldo (che, come dice il titolo del capitolo a lui dedicato, è “meglio di una sega”), “La Differenza tra Noi e Voi”, in cui spieghiamo quanto ci faccia incazzare il modo in cui è cambiato il calcio giovanile nei campetti di periferia, “Essere Marco Simone”, in cui per una notte ci immaginiamo di spadroneggiare in discoteca come l’ex bomber del Monacò, ne sono gli esempi più lampanti”

Questo libro che “Cosa” è per voi, cosa rappresenta … ma soprattutto perché andrebbe letto?

“Beh, Football Nostalgia Novanta innanzitutto è un bellissimo oggettino. Lo metti lì sul comò, con quella sua copertina pazzesca in cui è ritratta un’esplosione orgasmica di fenomeni anni 90, e già ti ha dato un senso alla stanza. Poi lo apri e senti qualcosa muoversi nel basso ventre, tipo quando Sabrina Salerno esce dalla piscina coperta di olio da motore. All’altezza del secondo capitolo, sulla descrizione di Franco Baresi che fa esplodere le tibie di mezza Serie A, sei già completamente affondato nel tunnel dei ricordi e se non chiami in fretta il soccorso stradale rischi di rimanerci incastrato fino all’ultima pagina. Per noi scriverlo è stato come viaggiare in una macchina del tempo. Con l’autoradio sempre accesa e in loop il Battito Animale. A sfrecciare su un’autostrada immaginaria che collega Pasadena a Cagliari. Con Bisteccone Galeazzi e Laura Freddi appallottolati nel sedile posteriore a limonare avidamente.

Questo libro per noi rappresenta il punto di arrivo di un percorso iniziato molti anni fa, durante il quale la nostra amicizia è nata, è cresciuta ed ha preso una piega inaspettata. Nel tempo siamo maturati (e, ahimè, abbiamo imparato a censurarci) ma non è mai cambiata la nostra voglia di rompere le regole, di trovare sempre un modo unico per trasformare in parole i nostri ricordi, un linguaggio universale per chiacchierare, esattamente come faremmo al bar, con una moltitudine di tifosi di tutte le razze, età e fedi. Speriamo che vi ritroverete a sorridere tra i baffi rileggendo degli altissimi alti e dei bassissimi bassi del Chino Recoba, che spalancherete gli occhi di fronte alla nostra ricostruzione della pazzesca rissa a Italia90 tra Franchino Rijkaard e Rudy Boccoli d’Oro Voller, che cercherete di nascondere l’occhio lucido rivivendo la salita all’olimpo e la catastrofica caduta in picchiata di Andrei Kanchelskis, che vi stringerete in un abbraccio con un ignaro passante ripensando ai gol in rovesciata più belli della storia. Football Nostalgia Novanta non ha l’ambizione di raccogliere i numeri e i dati (per quello c’è Wikipedia), né di farvi la fredda cronaca della finale degli Europei alla Gianni Minà, né tantomeno di spaccarvi il cazzo con pipponi tecnico tattici alla Arrigo Sacchi. A noi basta prendervi per mano e tirarvi sopra alle montagne russe, e in ogni capitolo farvi battere il cuore forte forte per un paio di minuti”.

Grazie ragazzi, ci avete fatto venire una nostalgia infinita …

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