Storie di Calcio

Ma Ming Yu, il primo cinese che giocò in Italia

GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

Perugia: ecco Ma Ming Yu, primo cinese in Italia

Se è vero che il calcio è immagine, una impronta decisiva nell’evoluzione pubblicitaria dello sport amato da tutti l’ha data un certo Luciano Gaucci. Presidentissimo sullo stile di Rozzi e Anconetani, venuto alla ribalta un decennio dopo, o poco più. Un “uomo immagine” come pochi, sempre pronto al sorriso e anche allo scontro verbale, magari per difendere un torto, vero o presunto (vedi quello con Matarrese, alla fine di un Perugia – Bari).

Luciano lo aveva capito che il calcio è immagine e che avrebbe continuato ad esserlo. Un pallone poco sport e tutto lustrini. E così, in questa ottica di spettacolo, si inserisce la scelta del presidentissimo umbro di attingere, per la sua rosa di Serie A, dallo sconosciuto, e poco considerato, mercato asiatico. Il primo sarà Hidetoshi Nakata, fenomeno giapponese che avrà il merito di confermare, e superare, le aspettative di tutta una nazione. Poi sarà la volta di Ahn, coreano prima accolto e poi allontanato, protagonista della scandalosa (per via dell’arbitraggio) uscita dal mondiale dell’Italia targata Trapattoni. Infine, nell’Agosto del 2000, arriverà il primo cinese nella centenaria storia italica.

Ma Ming Yu, capitano della nazionale di Pechino, regista arretrato di 27 anni, sbarcherà all’aeroporto romano di Fiumicino il 12 Agosto di quell’anno. Sorriso entusiasta e fisico asciutto. Un giocatore voluto dalla dirigenza perugina, arrivato alla fine di una trattativa con il Sichuan Quan Xing che prevedeva un prestito di un anno ad un miliardo, più un eventuale diritto di riscatto a 4.

“Sono orgoglioso di giocare in Italia. A Perugia spero di far meglio di un altro orientale che mi ha preceduto: Nakata” (da La Gazzetta dello Sport del 13 Agosto 2000).

Non andrà esattamente così. L’avventura italiana di Ming Yu tremerà dopo soltanto una stagione. Un bilancio di zero presenze ufficiali e una manciata di minuti in Coppa Italia. Un pò pochino per un calciatore che, a detta di qualcuno, aveva una buona visione di gioco.

     La Gazzetta dello Sport del 13 Agosto 2000

 

Andrea Gioia

Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto. Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana. Alla sua attività turistica, associa collaborazioni con giornali del mondo travel. Testata preferita: GLIEROIDELCALCIO.COM"

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