QUATTROTRETRE.IT (Lorenzo Longhi) – Nell’estate del 1990 il neopromosso Toro acquista dal Real Madrid un centrocampista di caratura mondiale. Un trasferimento che, oggi, sarebbe impensabile

[…] L’operazione di mercato è un film nel quale chi sa tace e nega mentre chi non sa magari qualcosa l’ha intuito, una trama nella quale non mancano delatori, incontri fugaci e tempistiche quantomeno discutibili. […] Del resto, il presidente del Torino Gian Mauro Borsano […] lo aveva detto in tempi non sospetti: chi non era il Milan, la Juventus, il Napoli o l’Inter doveva muoversi in anticipo e con fantasia. Ce n’era lì di fantasia, anche a livello contabile.

E, allora, ecco il Torino ingaggiare il centrocampista spagnolo, 14 reti nella Liga vinta dal Real la stagione precedente, l’uomo più convincente delle Furie Rosse al Mondiale di Italia 90, uno che alle spalle aveva oltre 250 partite con la maglia del club più importante del mondo. Il costo? 2,8 miliardi di lire. Di fatto l’indennizzo previsto dai parametri Uefa, con il quasi 25enne madrileno a firmare un contratto triennale da 8 miliardi per passare da Sanchis, Michel e Butragueño (non più Pardeza, l’altro della Quinta del Buitre, ormai da tempo finito al Saragozza) a Pasquale Bruno, Luca Fusi e Luis Müller.

[…] quello che era nato sotto la guida di Emiliano Mondonico era un bel Torino destinato a diventare un ottimo Torino, sicuramente l’ultimo a certi livelli, e così questa storia di trent’anni fa rende onore ad un club che ancora aveva i quarti di nobiltà giusti e, oltre al passato, dopo la scoppola della retrocessione aveva un presente. Insomma: che uno come Martin Vazquez l’avesse scelto, dinero a parte, non era una bestemmia. Poi, comunque, quella era la Serie A che poteva permettersi Francescoli al Cagliari, un paio di anni più tardi Hagi al Brescia, poi persino Futre alla Reggiana: Martin Vazquez al Torino non può stupire.

[…] Due anni appena, non i migliori della carriera – colpa dei problemi alla schiena, più che del rendimento – ma non è nei numeri che va letta la sua eredità granata: furono, quelli, gli anni di un orgoglio ritrovato. Avere in rosa un mito Real era anche la firma su un progetto ambizioso, quello di una squadra quinta nel 1991 e terza l’anno seguente con il corollario di un cammino in Uefa (il centrocampo 1991-92: Lentini, Scifo, Vazquez, Venturin; davanti Casagrande, a proposito di cervelli pensanti) dai contorni vagamente epici, con l’eliminazione del Real e una finale entrata nel mito, persa senza averla persa […]

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Redazione

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