Storie di Calcio

22 giugno 1970 – La Nazionale attesa a Fiumicino da ventimila persone: festa e contestazioni. A Rio de Janeiro 44 morti e 1800 feriti

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GLIEROIDELCALCIO.COM – “Ieri sera oltre ventimila persone con cartelli e bandiere sono accorse all’aeroporto di Fiumicino per accogliere gli “azzurri” – L’aereo è però atterrato molto lontano e i tifosi hanno appena intravisto i calciatori che a bordo di un pullman sono stati trasportati nella palazzina dell’Alitalia per una conferenza televisiva – La gioia dei manifestanti si è allora trasformata in ira furiosa – Migliaia di persone hanno cominciato ad inveire contro i dirigenti e costretto Valcareggi a riparare in un hangar dove è rimasto assediato per tre quarti d’ora. Nella eccitazione si è udito anche qualche sparo, ma si è trattato di innocui petardi – Sequestrate una rivoltella e una pistola lancia-razzi” (Cit. La Stampa, 23 giugno 1970).

Così apre il quotidiano torinese all’indomani del ritorno degli azzurri dalla spedizione di Messico ’70. Un bilancio pesante arriva da Rio de Janeiro: “Quarantaquattro morti nella sola Rio costituiscono il primo drammatico bilancio dei festeggiamenti in corso in tutto il Brasile dopo la conquista della Coppa Rimet da parte di Pelé e compagni. Informazioni ufficiali parlano di circa 1800 persone ricoverate tra la mezzanotte di domenica e mezzogiorno di lunedì nei quattro principali ospedali di Rio. Molti i casi di gente ustionata da fuochi d’artificio, di persone cadute, di tifosi stroncati da attacchi cardiaci o raggiunti da colpi d’arma da fuoco”.

Intanto a Fiumicino la folla festeggia i calciatori ma contesta i dirigenti e l’allenatore Valcareggi è costretto a farsi proteggere dalla polizia.

“Grazie azzurri” urla la folla e “Viva Rivera”, ma tante sono invece le imprecazioni verso chi non lo aveva schierato in campo nella finalissima.

L’aereo dell’Alitalia, un Dc-8, era atterrato alle 21:10 a Fiumicino, tenendosi a largo e facendo scendere la compagnia Azzurra. Questo aveva impedito ai tifosi di omaggiare i calciatori creando ancora più malcontento.

“Bentornati, ma solo ai giocatori”, “Senza Rivera vincere è una chimera”, “Rivera sei grande anche a mezzo servizio”, “Viva Rivera, Mandelli in galera” e “Ventidue leoni in mano a due pecorai” tra i cartelli esposti. Il tutto tra campanacci, urla e trombette.

Le ventimila persone avevano partecipato raggiungendo lo scalo romano con tutti i mezzi, auto, pullman e motorette, creando notevoli problemi alla viabilità dell’aeroporto.

“Un fatto è emerso di preciso; Roma, città ritenuta cinica e storicamente rotta a tutti gli eventi, a tutte le passioni, di punto in bianco, da una notte all’altra s’è risentita in corpo una gran caldana, una insospettabile e crescente voglia di far chiasso e di abbandonarsi a quella che deve essere la sua vocazione civica più repressa e più spiccata, quella di spogliarsi. Degne signore, inappuntabili gentiluomini, giovani di buona famiglia all’esplodere dei momenti d’urto delle trasmissioni non esitavano ad affacciarsi eccitati e in abiti discinti da quei balconi che in tanti decenni non avevano che esibito oneste e compunte apparizioni. E le fontane di Roma, le celebri fontane che tanta poesia hanno ispirato nei secoli, ad un certo punto parvero diventate tutte piscine al diguazzare patriottico di giovanotti avvolti nella bandiera e persino di ragazze con il reggipetto ammainato; e par che se ne sian viste alcune, a bordo d’auto scoperte, agitando l’indumentino predetto (si smentisce che si trattasse di altro capo) pazzamente percorrere di volata via Veneto e, nel cuor della notte, anche fare il girotondo intorno alle fontane di Piazza San Pietro” (Cit. La Stampa, 23 giugno 1970).

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