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Taccola, la moglie continua a chiedere giustizia: «53 anni di silenzio … ho scritto anche a Draghi»

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Oggi è il 53esimo anniversario della morte di Giuliano Taccola, ex calciatore della Roma deceduto a 25 anni negli spogliatoi dello stadio di Cagliari.

Nel 2019 abbiamo incontrato l’On. Roberto Morassut (qui puoi vedere la video intervista) che ha dedicato molte risorse alla ricerca della verità in merito a questo triste accadimento. Morassut ha studiato tutti gli atti processuali e ha intervistato alcuni protagonisti dell’epoca. Ha poi raccolto il tutto nel libro “La punta spezzata”. Una storia fatta di cartelle cliniche macerate, analisi e controlli medici non fatti, e pasticche …

La vedova Marzia Nanniperi torna a chiedere giustizia dopo «53 anni di silenzio, senza mai risposte e chiarimenti». Taccola, prosegue la moglie, morì per «una broncopolmonite esistente da oltre 15 giorni e non curata» e per «un’iniezione effettuata dal medico sociale della Roma per eliminare stanchezza e febbre non antibiotico, come era stato specificato a mio marito».

«Sulla morte di Giuliano – prosegue la vedova – hanno scritto libri, articoli di giornali, mai la verità ma solo ciò che era opportuno divulgare» ed «è stata violentata la dignità di Giuliano come uomo ed atleta prima e dopo la sua morte e successivamente io come donna e vedova e di due bambini».

«Ho informato del caso Giuliano Taccola e della sua famiglia l’attuale premier perchè possa essere ascoltata almeno una volta la voce delle vittime» aggiunge la vedova spiegando poi di non aver mai «chiesto sussidi ed elemosina ma solo verità, giustizia e diritti acquisiti come ogni cittadina italiana ha diritto in uno Stato civile e democratico. Il passato – conclude – non si può cancellare né dimenticare perché è il nostro presente in tutti questi anni di silenzio, abbiamo trovato la forza di» sopravvivere «solo nel ricordo di Giuliano, un ragazzo semplice e onesto che amava la vita e la sua famiglia».

(ansa)

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