GLIEROIDELCALCIO.COM (Marco Cianfanelli) – C’è una persona ed una frase che esprimono in maniera esemplificativa l’importanza e tutto l’attaccamento dei giocatori del Liverpool F.C. e della tifoseria per la loro squadra. La persona è un’icona dei reds, il mitico manager William (Bill) Shankly e la frase, la sua, è questa: “Alcuni pensano che il calcio sia una questione di vita o di morte. Non sono d’accordo. Posso assicurarvi che è molto, molto di più”. E’ certamente paradossale andare oltre la vita e la morte per il calcio ma così è per chi gioca e tifa Liverpool. E la stessa enfasi c’è quando all’interno di Anfield Road risuona, all’unisono, il canto dei tifosi del Liverpool “You’ll never walk alone” – non camminerete mai soli.

Shankly esultante davanti ai tifosi dei Liverpool

La leggenda dei rossi di Liverpool nasce nel 1892 quando John Houlding decise di fondare il Liverpool Football Club. Questa persona era l’affittuario dello stadio in cui da qualche anno giocava l’altra squadra di Liverpool, l’Everton Football Club. Quale era lo stadio? Per ironia della sorte Anfield Road ed il paradosso fu che Houlding, dopo che l’Everton trasferì la propria sede in un altro stadio, pensò utile, per mantenere attivo l’impianto sportivo, creare una squadra. Probabilmente il “papà” del Liverpool era un po’ a corto d’idee poiché chiamò la sua squadra Everton Athletic. Fu solo grazie al diniego della Football League che la denominazione societaria venne mutata in Liverpool Football Club. Non solo. Il colore scelto per le divise da gioco non fu il rosso, tonalità delle insegne cittadine, ma un abbinamento tra il bianco ed il celeste. Soltanto nel 1896, quattro anni dopo la fondazione, il Liverpool passerà al rosso.

Un’immagine del Liverpool risalente alla stagione 1892-1893

Al contrario del colore delle maglie, per lo stemma le idee furono chiare sin dall’inizio. Infatti il simbolo scelto fu una copia dell’insegna araldica della città in cui compariva, oltre al Dio Nettuno e Tritone (a ricordare le tradizione marinaresche della cittadina inglese), le sembianze di una figura mitologica il liver bird, come lo chiamano gli inglesi.

Il primo stemma del Liverpool F.C.

Tale volatile, raffigurato a metà tra un cormorano (uccello presente nell’area di Liverpool) ed un’aquila, porta nel becco un ramoscello di ginestra che la tradizione esprime quale omaggio alla storica dinastia dei Plantageneti. Ancora oggi sulla sommità del Royal Liver Building di Liverpool è presente una coppia di statue raffiguranti lo storico simbolo cittadino con lo sguardo rivolto verso due lati opposti. Secondo la tradizione una di loro guarderebbe verso il mare aspettando il ritorno a casa dei marinai della città mentre l’altra avrebbe lo sguardo indirizzato alle donne ed ai bimbi, quale loro virtuale protezione.

I liver bird posti alla sommità del Royal Liver Building

Nel corso degli anni il Liverpool abbandonò le insegne araldiche cittadine e l’effige ricorrente sulle proprie insegne ritraeva la figura di questo volatile simbolo di devozione popolare.

Stemmi del Liverpool F.C.

In merito ai gagliardetti, il club inglese ha prevalentemente utilizzato esemplari in rosso e solo recentemente, a partire dagli anni 2000, è passato a gagliardetti in bianco. Nel dettaglio, nella seconda metà degli anni sessanta per le partite internazionali venivano realizzati stupendi gagliardetti in rosso che oltre a riportare il simbolo del club avevano, nella parte superiore del labaro, le bandiere nazionali delle due squadre.

Gagliardetto dell’incontro Liverpool – Honved Budapest quarti di finale di Coppa delle Coppe 1965-1966

La tradizione del rosso continua anche negli anni ottanta anche se i gagliardetti consegnati in occasione dei tornei continentali non riportano più i dettagli utilizzati negli anni precedenti ma semplicemente lo stemma e la denominazione della squadra.

Gagliardetto in uso negli anni ottanta

Negli anni duemila vi è una netta inversione di tendenza ed i gagliardetti vengono realizzati in formato pentagonale con il nuovo splendido stemma, adottato a partire dal 1992 in occasione del centenario, che riporta un particolare di un noto ingresso dello stadio, lo storico Shankly Gate.

Nell’ultimo decennio i gagliardetti subiscono piccole modifiche (vengono introdotti i passanti e viene utilizzato una tipologia di tessuto differente da quella in uso negli anni 2000) ed entra in uso la prassi di utilizzare esemplari in rosso per le gare interne e bianchi per le gare esterne.

Gagliardetto del 2010 similare a quelli attualmente utilizzati

I gagliardetti presenti nell’articolo appartengono alla collezione di Marco CIANFANELLI (www.pennantsmuseum.com).

Marco Cianfanelli

Originario di Ariccia, nel bel mezzo dei Castelli Romani. Impegnato nel mantenere viva la memoria del calcio studiandone “i colori” che lo contraddistinguono. Studioso di Araldica. Tra i più grandi collezionisti al mondo di gagliardetti. Un sito, www.pennantsmuseum.com , per condividere con i calciofili, italiani ed esteri, il fascino intramontabile dei gagliardetti.

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