La Penna degli Altri

10 SETTEMBRE 1935 – Nasce Giacomo Losi ‘Core de Roma’

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LAROMA24.IT (Federico Baranello) – Il 10 Settembre del 1935 nasce a Soncino, provincia di Cremona, Giacomo Losi: per molti “Giacomino”, per altri “Omino”, per altri ancora semplicemente “Mino” ma per tutti “Er Core de Roma”.

Difensore arcigno, agile ma “tosto”, dotato di un gran senso dell’anticipo, anche nel gioco aereo malgrado la statura, abile negli interventi in acrobazia.

Esordisce quattordicenne con la Soncinese e si trasferisce nel 1951 alla Cremonese dove rimane per due stagioni. Nel 1954 arriva alla Roma, inconsapevolmente! E’ a conoscenza di essere stato ceduto ma non conosce la squadra cui è destinato: non glielo dicono e lui non lo chiede. Solo arrivato alla stazione di Bologna, insieme ad un dirigente accompagnatore, scopre di essere in attesa di un treno da Roma con un dirigente della squadra Giallorossa per la firma del contratto. Quel dirigente è Giorgio Carpi, colui che da giocatore non percepì mai lo stipendio perché considerava un onore poter indossare quella maglia.

Come era diverso il calcio all’epoca, altro che clausole rescissorie, appartamenti, macchine o benefits vari. Un calcio d’altri tempi, un calcio per uomini veri, un calcio in cui “Le porte avevano i pali quadrati. E su quei campi non eri mai sicuro dei rimbalzi. Pure il pallone era diverso – ecco perché qualcuno giocava con il fazzoletto annodato alla testa – con una cucitura che se ti prendeva in fronte ti sfregiava. In campo andavi in undici. Sostituzioni non ce ne erano e le panchine erano vuote. Ti facevi male? Stringevi i denti e cercavi di rimanere in campo (Cit. La Repubblica, 08 Gennaio 2007 Intervista a G. Losi).

Esordisce in Serie A contro l’Inter all’Olimpico il 20 marzo 1955 (3-0). Nella stagione 1960/61 si guadagna la fascia di Capitano. Collezionerà 386 presenze in campionato (455 in totale) e attualmente è terzo dietro Totti e De Rossi. Esempio di correttezza nonostante non abbia mai “tolto la gamba”, subisce una sola ammonizione nell’ultima partita disputata. Complice un cattivo rapporto con il “Mago” Helenio Herrera nella stagione 1968-1969 disputerà solo 8 gare e sarà il suo ultimo anno con la casacca giallorossa.

Con la Roma vince due Coppe Italia (1963-64, 1968-69) e “alzerà” l’unico trofeo Internazionale della Roma: la Coppa delle Fiere nel 1960-1961.

Proprio nella manifestazione della Coppa delle Fiere si rende protagonista di un episodio che dimostra il suo attaccamento alla maglia Giallorossa. Il 25 aprile 1961 “Er Core de Roma” gioca in Nazionale l’amichevole a Bologna contro L’Irlanda del Nord (3-2). La sera successiva a Roma è di scena la Semifinale di ritorno contro gli scozzesi dell’Hibernian, l’andata terminò 2-2. Losi prende il treno e torna verso la Capitale per difendere ancora una volta i colori di Roma: la partita finisce 3-3 e proprio “Er Core de Roma” risulterà decisivo nel salvare il risultato andando a recuperare un pallone che, sul finire della partita, stava entrando in porta. Lo spareggio vedrà poi la Roma battere per ben 6-0 gli scozzesi e guadagnerà poi l’accesso alla Finale.

In Nazionale colleziona 11 presenze, tra il 1960 e il 1962, giocando anche due gare dei Mondiali di Cile ‘62, contro Germania Occidentale e Svizzera. Nella gara Belgio – Italia (1-3) del 13 maggio 1962 si è fregiato anche della fascia di Capitano allo Stadio Heysel di Bruxelles.

I tifosi rivedono in lui lo spirito di “Testaccio” con la sua proverbiale grinta e furore agonistico, tanto da guadagnarsi il titolo più bello: “Er Core de Roma”.

Su come sia nato questo appellativo si è discusso molto, ma è lui stesso a fare chiarezza: “L’appellativo non nacque dopo il Roma – Sampdoria in cui segnai da infortunato, ma qualche giorno prima di quella partita durante una trasmissione televisiva, “L’oggetto misterioso”, con Walter Chiari. Ricordo che la scenografia prevedeva un muro su cui scorrevano le immagini di Rita Pavone che cantava “La partita di pallone” e una scritta: “W la Roma, W Losi Core de Roma”. E Walter, mi introdusse proprio così: “Ecco a voi Giacomo Losi, er Core de Roma” (Cit. www.asroma.it intervista del 14 febbraio 2013).

Il Roma-Sampdoria cui si fa riferimento è datato 08 gennaio 1961: dopo appena 25’ di gioco la compagine capitolina è costretta ad affrontare in nove la squadra avversaria, per gli infortuni del capitano Guarnacci e di Losi appunto. Il primo esce dal campo mentre Losi invece si sistema in attacco pressoché inoperante, come si faceva all’epoca. Al 75’ la Roma è in svantaggio di 1-2. Al 77’ Manfredini scarta il portiere ed insacca con un perfetto diagonale, siamo sul 2-2. A 10’ minuti dalla fine la Roma guadagna un calcio d’angolo e Lojacono si incarica della battuta ma la palla arriva ad un metro dall’incustodito Losi che si trova con il peso del corpo sulla gamba dolorante e non riesce a “staccarsi in volo”, un difensore “butta” la palla in calcio d’angolo. Giacomo guarda il compagno e gli chiede: “Battila uguale a prima”, “Ci provo”. Detto, fatto… “Lojacono scagliò nell’affollata area del portiere blucerchiato un autentico bolide: Losi saltò con automatico slancio anticipando Sattolo e Bernasconi. Era il 3-2, era l’inconcepibile che si realizzava (Cit. Corriere dello Sport, 9 Gennaio 1961).

E’ il classico “Gol dello Zoppo”, come allora si chiamavano le reti realizzate da giocatori infortunati che venivano posizionati in avanti in quanto non riuscivano ad essere utili alla squadra e vista l’impossibilità di poter fare delle sostituzioni.

Solo un’altra rete porta la firma di Capitan Losi nella sua militanza giallorossa: una saetta da trenta metri a dieci minuti dalla fine in un Foggia-Roma (0-2) del 18 dicembre 1966.

Non c’è da meravigliarsi che in 15 anni di militanza abbia segnato solo due gol, il calcio era un calcio diverso, dove i difensori venivano redarguiti se solo oltrepassavano il centrocampo, il loro compito doveva essere di interdizione, recuperare la palla la quale doveva essere consegnata ai centrocampisti.

Roma e la Roma sono entrati nel Cuore di Giacomo Losi in modo straordinario e i tifosi gli hanno regalato un immenso amore, forte ancora oggi.

A testimonianza di quanto sia importante “Capitan Losi” per i romanisti va sottolineato che è stato tra i primi calciatori ad essere inserito nella hall of fame ufficiale dell’AS Roma e ha trovato ovviamente un posto d’onore nella coreografia nel derby dell’11 Gennaio scorso: “Figli di Roma, capitani e bandiere, questo è il mio vanto che non potrai mai avere”.

Forse è vero che “Non è romano chi a Roma nasce, ma chi da romano agisce”.

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