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Tredici al Totocalcio: 70 anni di storia italiana

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

Il tempo delle radioline alla Domenica

C’era un tempo romantico, andato ormai perduto, in cui le domeniche degli italiani venivano scandite dal rumore delle radioline, da quelle telecronache che raccontavano, con estrema efficacia, le partite di una Serie A vecchia ormai oltre un ventennio.

Ameri e Ciotti i protagonisti assoluti, gli interventi dai campi di tutta Italia la cornice perfetta.

Nei 50 anni che vanno dal 1946 alla fine dei ’90, il calcio italiano ha attraversato un periodo irripetibile, divenendo il simbolo mondiale di un movimento che si sarebbe presto trasformato in terreno fertile per i cercatori di profitto.

In questo contesto di amore smisurato di un intero popolo per uno sport, la vera rivoluzione fu il Totocalcio. Un concorso ideato dalla raffinata mente di Massimo Della Pergola, giornalista capace di capire le intenzioni ed il volere dell’Italia pallonara. La mitica “schedina” permetteva di sognare un futuro diverso, nell’unico momento di pausa settimanale.

Inizialmente erano “solo” 12 le partite sulle quali scommettere. Il 21 Gennaio del 1951, però, arrivò la rivoluzione del 13. Fare tredici al Totocalcio divenne una frase di uso comune. Una espressione che simboleggiava il benessere, la vittoria, il cambiamento.

Il concorso numero 20 lo spartiacque in grado di traghettare le speranze domenicali.

Per capire l’importanza di una schedina azzeccata, basta guardare Al Bar dello Sport, film con uno straordinario Lino Banfi, fotografia di un tempo e di un gioco cancellati dal progresso ma scolpiti nella memoria di milioni di tifosi.

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