Arte & Società

1926: a Bari mancava un grande stadio

GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

Bari deve avere il suo stadio

Ricerca storica sulla documentazione del passato. Una pratica molto interessante se ricollegata alle vicende odierne, utile per capire l’evoluzione della cultura e dello sport nel nostro tessuto sociale.

Succede quindi che questa ricerca mi porti ad un articolo datato 16/17 Dicembre 1926 ed apparso su un giornale del tempo, scomparso con gli anni e chiamato La Capitale Sportiva.

A pagina 5, tra le notizie di Ciclismo e Pugilato, un trafiletto centrale di due colonne a firma Dott. Ignazio Salonna. Il titolo mi colpisce subito soprattutto perché riguardante la città più popolosa della mia regione. A quel tempo Bari era, come oggi, uno dei centri più importanti del sud Italia. Una centralità strategica e geografica ed una popolazione composta da ben 150.000 abitanti. Numeri e ruoli di primissimo piano.

Bari aveva molto, poteva considerarsi una città moderna, ma le mancava qualcosa: lo stadio.

Il titolo di quell’articolo sottolineava proprio quella mancanza inconcepibile e la necessità di correre ai ripari costruendo un impianto degno del territorio ed in grado di ospitare i tanti sport praticati in città. Non ci si fermava soltanto all’allora chiamato Foot-ball, ma si auspicava la realizzazione di un progetto più ampio in cui poter “educare convenientemente la gioventù sportiva e dove poter svolgere qualsiasi manifestazione di ogni specie”.

Il nocciolo del problema, rivisitando le cronache del 1926, era rappresentato dal fatto che i terreni designati, quello del Campo Mirabella, erano di diversi proprietari.

“Bari non deve essere seconda a nessuno, Bari deve avere il suo stadio; bisogna svegliarci da questo torpore in cui viviamo. […] A Bologna […] il Littoriale è già un fatto compiuto”.

La fermezza e la decisione del dott. Salonna porteranno i frutti sperati qualche anno più tardi, nel 1934. Il capoluogo pugliese riuscì ad avere il modernissimo Stadio della Vittoria, un impianto giudicato all’avanguardia e capace di ospitare un perfetto campo da calcio, con drenaggio incluso, oltre a palestre per boxe, scherma e ginnastica.

Nel 1990, poi, arrivò anche lo Stadio San Nicola, il più bello dell’epoca, disegnato da Renzo Piano per il Mondiale italiano e unico per quella sua forma ad “astronave”.

 

 

 

Redazione

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