Storie di Calcio

20 maggio 1973 – La Juventus si aggiudica il suo 15° Scudetto

Published

on

GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati) – Siamo nella prima metà degli anni Settanta. Da un paio di anni, sotto la presidenza di Giampiero Boniperti, la Juventus aveva messo in campo un progetto di ringiovanimento dei propri organici: penso ad inserimenti di giocatori come Bettega, Cuccureddu, Causio, Spinosi.

Inizialmente, prima ancora della presidenza Boniperti, quel progetto avrebbe dovuto basarsi sulla guida tecnica di Armando Picchi e la direzione manageriale di Italo Allodi. Ma la tragica e prematura morte di Armando Picchi, nel maggio del 1971, aveva portato all’investitura di Cestmir Vycpálek. Fu proprio con l’allenatore cecoslovacco, e sotto la presidenza di Boniperti (succeduto a Vittore Catella), che i bianconeri avevano vinto lo scudetto nella stagione 1971-1972.
Nella stagione 1972-1973, Italo Allodi aggiunse due elementi di esperienza a quel nucleo di giovani: il trentenne Dino Zoff e il trentaquattrenne José Altafini, entrambi acquistati dal Napoli.

Tra l’altro per Dino Zoff la stagione fu particolarmente felice: oltre a vincere il campionato ed essere candidato al Pallone d’Oro (finì secondo dietro Johan Cruijff, anche se distanziato di alcune decine di voti), il portiere bianconero stabilì anche il record di imbattibilità del campionato di serie A a girone unico.

In effetti, battendo il precedente record, che Mario Da Pozzo aveva ottenuto con il Genoa nel 1964, la sua porta restò inviolata per oltre 900 minuti.

I minuti, per la precisione, furono 903: dal 42′ di Juventus-Fiorentina del 3 dicembre 1972, appena dopo avere subito il gol del momentaneo uno a zero di Nello Saltutti (al quale seguiranno le reti juventine di Haller e Altafini, per un definitivo due a uno), fino al rigore trasformato da Gianni Rivera al 44′, in un Milan-Juventus 2-2, del 18 febbraio 1973 (gli altri marcatori furono i bianconeri Bettega e Marchetti, e Biasiolo per i rossoneri).

Tra il gol di Saltutti del 3 dicembre 1972 e quello di Gianni Rivera del 18 febbraio 1963 si collocano otto incontri in cui la porta di Dino Zoff restò inviolata: Palermo-Juventus 0-1, Lanerossi Vicenza-Juventus 0-2, Juventus Ternana 2-0, Juventus-Atalanta 0-0, Inter-Juventus 0-2, Juventus-Bologna 2-0, Verona-Juventus 0-0, Juventus-Lazio 1-0.

In quella fase del campionato il Milan era al vertice della classifica, a pari punti con la stessa Juventus (nelle prime posizioni c’erano anche Inter e Lazio).

Il pareggio in rimonta, con il gol di Biasiolo verso il finale, consentì ai rossoneri proprio di mantenere la testa della classifica ad ex-aequo con i bianconeri.

Ma nel turno seguente, in virtù della vittoria milanista sul Vicenza e della contemporanea sconfitta degli juventini che, dopo essere stati sconfitti nella stracittadina di andata, persero anche il derby di ritorno, i rossoneri tornarono da soli al comando. Al vertice della classifica i milanisti resteranno fino alla penultima di campionato, forti di ben 44 punti.

Purtroppo per loro, all’ultima giornata di campionato ci fu quella che è passata alla storia come la “fatal Verona”. I rossoneri erano reduci da un estenuante e vittoriosa finale di Coppa delle Coppe.

Quella finale fu molto combattuta, e per certi aspetti controversa. Pare che, in ragione dello stress psico-fisico i milanisti avessero chiesto un rinvio dell’ultimo incontro con il Verona. Ma il rinvio non fu accordato.

E alla fine la partita a Verona registrò la vittoria dei veronesi per cinque a tre. Nella prima mezz’ora, il Milan -contro un Verona già salvo- era già sotto di ben tre gol. La prima marcatura era stata di Sirena al 17′, poi c’era stata un’autorete di Sabadini al 25′ e il terzo gol fu segnato da Luppi al 29′. Prima dello scadere del primo tempo c’era anche stata una rete del milanista Rosato. Poi, nel secondo tempo, un’altra rete veronese di Luppi, un’altra autorete del milanista Ramon Turone e due gol rossoneri di Sabadini e Bigon. Il risultato finale era dunque stato di cinque a tre a favore dei veronesi.

Tutto questo mentre la Lazio, che era seconda a 43 punti, come la Juve, subì il gol della sconfitta a Napoli a pochi minuti dallo scadere del termine. Il risultato finale di Napoli Lazio era stato dunque di uno a zero per i partenopei.

La Juventus invece, che nelle cinque giornate precedenti aveva sempre fatto bottino pieno, infilò la sesta vittoria consecutiva (vincendo due a uno all’Olimpico contro la Roma). In questo modo, il club bianconero arrivò primo in classifica a 45 punti e vinse il secondo scudetto di seguito (il quindicesimo nella sua storia).

Da notare che la Lazio, del grande Tommaso Maestrelli, era una neopromossa (arrivata seconda in Serie B, dietro ai rossoverdi della Ternana) e poteva essere a giusto titolo considerata la squadra rivelazione di quella stagione.

In effetti, si potrebbe dire che il club laziale in quel campionato fece le prove generali che avrebbero portato la conquista del titolo nazionale nella stagione seguente.

A proposito della Ternana, purtroppo va detto che quell’anno la squadra di Corrado Viciani retrocesse insieme al Palermo e all’Atalanta. I bergamaschi, in quella sfortunata stagione, persero nove a tre contro il Milan. Quella dovrebbe essere la partita in cui è stato segnato il maggior numero di reti nella storia del campionato italiano.

Infine, per completezza di informazione, da notare anche l’insolita posizione a pari merito nella classifica dei cannonieri (17 reti a testa), con la presenza ad ex-aequo di tre calciatori che hanno fatto la storia del calcio italiano: Beppe Savoldi, Paolino Pulici e Gianni Rivera.

foto wikipedia

più letti

Exit mobile version