Sua Maestà il Madrid - Stemmi e gagliardetti del club più titolato al mondo - Gli Eroi del Calcio
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Gagliardetti & Dintorni di Marco Cianfanelli

Sua Maestà il Madrid – Stemmi e gagliardetti del club più titolato al mondo

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Marco Cianfanelli) – Madrid 6 marzo 1902. Nella centralissima Calle de Alcalà, nel retrobottega del Capricho, negozio di abbigliamento di alta moda, sta per nascere una leggenda. Quel giorno, infatti, non viene fondata una semplice squadra bensì ”la squadra” per antonomasia, quella che il giornalista sportivo francese Gèrard Ernault definiva così “… il Madrid è uno stato nello Stato, una sorta di vaticano spagnolo, regale, sportivo, popolare e finanziario…”. Il Madrid, chiamato proprio cosi, perché quel giorno i fratelliPadròs, Julian Palacios e Pedro Parages decidono di fondare il Madrid Foot Ball Club. La marcata origine anglofona riportata nel nome del neonato club risiedeva, probabilmente, nel fatto che agli albori del XX secolo i giovani rampolli dell’aristocrazia spagnola erano affascinati da una nuova disciplina sportiva praticata in Inghilterra, il football, che in terra di Spagna era ribattezzato” balompie”. E sono così affascinati che nel 1925 la dirigenza madridista decise di adottare una maglia, o per meglio dire una camicia, bianca di seta grezza con pantaloncini in nero in onore ad una squadra londinese oramai estinta, il Corinthian. Per lo stemma i fondatori decisero per un monogramma circolare contenente le iniziali intrecciate della Società: la M di Madrid la C di Club e la F come Foot Ball. E tale emblema rimase presente, con modifiche nella grafica e nei colori fino ai giorni nostri. Guardare gli stemmi del Real non è pura e semplice rassegna. La storia della Spagna e di Madrid passa infatti attraverso tali insegne. Ed allo stesso modo il Real è il più straordinario veicolo promozionale della città ma anche la squadra che ha legato, indissolubilmente, le proprie sorti con quelle dei Reali di Spagna. Alla nascita del club, sebbene l’insegna in uso fosse il monogramma delle iniziali della Società, i giocatori riportavano, sulla loro immacolata maglia bianca, uno stemma circolare contenente le insegne civiche a testimoniare l’attaccamento a Madrid.

 

Il Madrid F.C. nel 1902. Sulle maglie dei giocatori sono presenti due tipi di stemmi

 

                 Primo stemma Real Madrid

Ma il bianco splendente, elegantissimo delle prime maglie cosa testimoniava? Abbiamo già citato il riferimento al club londinese del Corinthian, esistono, tuttavia, anche altre teorie connesse con l’originaria scelta del bianco. La prima si riferisce al colore prevalente nell’insegna di Madrid. La seconda tesi, che vuol essere anche “il sottile filo rosso” che lega il Madrid alla Casa Reale, deriva dal colore della dinastia dei Borbone, appunto il bianco. Sin dalle origini le relazioni tra le merengues (nomignolo affibbiato ai giocatori del Madrid) e la corona furono intensi e suggellati nel 1920 quando il Re Alfonso XIII concesse al club, di cui era un acceso tifoso, l’appellativo di Real. Nasceva il Real Madrid e sul suo emblema circolare veniva apposta la corona. Nel 1931, dopo le elezioni, il re viene costretto all’esilio ed il Madrid perde l’attribuzione reale precedentemente conferita. Nei gagliardetti scompare, pertanto, la corona ma non è l’unica novità introdotta. Viene anche aggiunta, a fare da sfondo al classico monogramma, una fascia trasversale viola, colore non casuale poiché simbolo scelto dai comuni della Castiglia nella loro lotta contro il re Carlo V, ma anche dell’antico regno di Castiglia – Leòn.

Raro gagliardetto in uso negli anni ’30

Gli intrecci con la storia della Spagna ed il Madrid non finiscono, tuttavia, nel 1931. Nel 1939 il “generalissimo” Franco con un colpo di stato cancella la Repubblica nata otto anni prima ripristina la denominazione Real Madrid e fa del club un veicolo di propaganda del regime. Tutto questo anche attraverso ingerenze dirette nella Società che portano alla immediata destituzione del Presidente in carica all’epoca, il fervente repubblicano Rafael Sanchez Guerra ed all’assassinio del tesoriere della squadra. Sotto l’ala protettrice di Franco, il Real si affermò nel mondo conquistando trofei nazionale e continentali come dimostrato, tra l’altro, dalle cinque vittorie consecutive nella Coppa dei Campioni, ciclo che iniziò nel maggio del 1956.

 

I giocatori del Madrid esultano dopo la vittoria contro lo State de Reims 

In quel periodo e nei precedenti anni quaranta, i gagliardetti erano abbastanza similari tra di loro con lo stemma del club ricamato a mano e posto nel centro e con i dettagli dell’incontro riportati al di sopra dello stemma.

Gagliardetto scambiato prima della partita con il Racing nel 1949

Negli anni settanta i gagliardetti mantengono gli stessi standard ed in occasione delle partite valevoli per le competizioni organizzate dall’UEFA riportano entrambe le date di svolgimento dell’incontro come nell’esemplare in foto di seguito, scambiato con il grandissimo Johan Cruijff. 

 

Gagliardetto di una delle semifinali di Coppa dei Campioni del 1973

A seguire ed in particolare alla fine degli anni ottanta, i gagliardetti hanno lievissime varianti come quella riguardante i passanti che vengono realizzati nei colori bianco e viola come riportato nel labaro nella foto di seguito autografata dall’allenatore olandese Leo Beenhakker che fu alla guida delle merengues nel periodo 1986-1989 e nel 1992.

 

Gagliardetto in uso dalla seconda metà degli anni ’80 

Dopo le piccole varianti introdotte nello stemma nel 2001, i gagliardetti rimangono inalterati nel loro colore bianco tonalità che è un culto dei tifosi tanto da essere citata anche nella prima strofa dell’inno Hala Madrid, che non ha nemmeno bisogno di traduzione “…va el Madrid con su bandera, limpia y blanca …”.

I gagliardetti dell’articolo appartengono alla collezione privata di Marco CIANFANELLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                      

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Originario di Ariccia, nel bel mezzo dei Castelli Romani. Impegnato nel mantenere viva la memoria del calcio studiandone “i colori” che lo contraddistinguono. Studioso di Araldica. Tra i più grandi collezionisti al mondo di gagliardetti. Un sito, www.pennantsmuseum.com , per condividere con i calciofili, italiani ed esteri, il fascino intramontabile dei gagliardetti.

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