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Mario Sconcerti: “Bearzot … un Eroe scomodo”

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Mario Sconcerti, scrittore e editorialista del Corriere della Sera, ai tempi del Mundial ’82 seguì il torneo come inviato di Repubblica. Ha rilasciato una bella intervista a Il Messaggero …

«Quel mondiale cambiò la storia del nostro calcio. Il silenzio stampa rovesciò i rapporti tra giocatori e giornalisti. Fino ad allora si viveva a stretto contatto con i calciatori. […] per parlare con Bearzot lo chiamavo al posto pubblico che frequentava la mattina per prendere il caffè e leggere i giornali. Chiedevo di lui e me lo passavano. Una cosa del genere oggi è impensabile. I giocatori durante le grandi competizioni erano a disposizione dei media per un’ora, senza filtri di alcun tipo. Ma Spagna 1982 produsse anche un altro mutamento: i rapporti tra club e giocatori. Tardelli e Paolo Rossi si presentarono di fronte a Boniperti per discutere il nuovo contratto con il procuratore. La figura dell’agente s’impose in quel periodo».

“[…] La nostra nazionale era una bella squadra, che aveva mostrato il miglior calcio quattro anni prima nel mondiale argentino, ma non riusciva a segnare. In attacco avevamo il generoso Graziani e Paolo Rossi che, dopo due anni di inattività perla storia del calcioscommesse, stentava. Bearzot aveva però deciso di puntare su Paolo per due ragioni: il nucleo principale di quell’Italia era il blocco juventino e Rossi era perfetto per quel tipo di squadra. Per questa ragione non convocò Pruzzo, capocannoniere del campionato. Temeva gli effetti della concorrenza Chiamò Selvaggi al quale disse: “Vieni con noi in Spagna, ma non giocherai mai”. Selvaggi accettò il ruolo e la tripletta di Paolo Rossi diede ragione alle scelte di Bearzot».

Un successo storico …

«[…] Aiutò il nostro paese a mettersi alle spalle un decennio difficile e inaugurò una stagione di vendite irripetibile per i nostri giornali».

Nel mondiale successivo l’Italia viene eliminata agli ottavi dalla Francia e Bearzot lascia la nazionale, un addio si dice ingeneroso …

«Bearzot in qualche modo doveva scomparire. Era un eroe scomodo”

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