Storie di Calcio

29 Dicembre 1970: Pallone d’Oro a Gerd Muller

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati)

Il 29 dicembre 1970 giunse a conclusione la quindicesima edizione del Pallone d’Oro e questo prestigioso trofeo fu assegnato a Gerd Müller, attaccante del Bayern di Monaco che quell’anno, come ho avuto modo di ricordare in altre occasioni, vinse con la Germana Ovest la classifica dei cannonieri ai Mondiali del Messico.

La giuria del premio era costituita da 26 cronisti sportivi rappresentanti ventisei paesi: Austria, Belgio, Bulgaria, Cecoslovacchia, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Inghilterra, Irlanda, Italia, Jugoslavia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Federale Tedesca (Germania Ovest), Repubblica Democratica Tedesca (Germania Est), Romania, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria, Unione Sovietica.

Ogni giornalista indicava cinque giocatori ai quali venivano assegnati un numero di punti in ordine decrescente in base alla sua collocazione tra il primo e il quinto posto. Gerd Müller arrivò primo a 77 punti. Dietro di lui, l’inglese Bobby Moore a 70, Gigi Riva a 65 e due tedeschi: Franz Beckenbauer a 32 e Wolfang Overath a 29. Poi, una serie di una ventina di giocatori che comprendeva alcuni italiani: Sandro Mazzola (8 punti), Gianni Rivera (7 punti), Angelo Domenghini (4 punti), Giacinto Facchetti (3 punti).

Nell’articolo di “France Football” uscito il giorno del conferimento del Premio, a firma di Jean-Philippe Rétacker, il titolo lasciava già a intendere la motivazione che aveva portato ad assegnare il trofeo all’attaccante tedesco. Il pezzo s’intitolava infatti: “Un’efficacia in tutte le circostanze”.

L’autore del pezzo iniziava sottolineando il fatto che il compito della Giuria non era stato facile perché, tra i numerosi giocatori oggetto delle attenzioni della stampa quell’anno, nessuno era emerso in modo schiacciante sugli altri. Per questo motivo, alla fine, uno dei criteri decisivi utilizzati dai giurati era stato il rendimento nei Campionati del Mondo in Messico. In base a questo criterio, era chiaro che Gerd Müller si stagliava dagli altri come massimo erede della grande tradizione di marcatori d’élite. Era lui il guerriero invincibile di quell’arena in cui si cercava di ricorrere ad ogni mezzo per cercare di fermarlo. Il bomber tedesco si era dunque meritato la conquista del trofeo per la sua capacita di essere efficace in qualsiasi circostanza. Suo principale concorrente, nella figura di aspirante al titolo, era stato l’inglese Bobby Moore che era stato indicato come migliore da sei giornalisti (contro gli otto che avevano preferito il tedesco).

Ma, per certi aspetti, il successo di Müller fu ancora più degno di nota perché le preferenze per il calcio germanico si erano in qualche modo disperse, con i voti che erano andati pure a Overath, a Beckenbauer e a Seeler. Nell’articolo, c’era anche un menzione  speciale per Gigi Riva, rappresentante di una squadra azzurra che fu capace di reggere il confronto con il Brasile prima di dover essere costretta ad arrendersi.

L’articolo continuava declamando le doti fisiche del bomber tedesco, la sua impressionante capacità di reggere le cariche che lo portavano a finire a terra molto raramente. Il suo baricentro basso, secondo l’autore dell’articolo, faceva sì che Gerd Müller avesse un senso dell’equilibrio notevole. Capacità che permetteva a questo attaccante di arrivare in anticipo, di colpire con sicurezza e di sapere anche appoggiare. Il suo repertorio era completo: tirava da qualsiasi posizione in qualsiasi punto dello specchio di porta, calciava di destro e di sinistro o colpiva di testa, pericoloso dalla lunga distanza o sotto porta. Il suo fisico tozzo ingannava i suoi avversari che si facevano sorprendere dalla rapidità dei suoi gesti e dalla sua capacità di colpire di prima intenzione. Il suo senso del gol -si legge ancora nell’articolo-  rendeva pericolosi tutti i suoi tentativi. Infine, degna di nota la sua partecipazione al gioco collettivo e le sua qualità di rifinitore. Insomma, un giocatore capace di chiamare al fraseggio i compagni per poi portare i suoi attacchi o per coprire gli spazi che si prefiggeva. Un calciatore che a volte sembrava porsi ai margini dello scontro per poi riapparire quasi magicamente al posto giusto nel momento giusto.

Il giornalista conclude dicendo che, per il suo andamento e per il suo stile, per la sua intelligenza calcistica e per il suo opportunismo, Gerd Müller ricordava all’autore Just Fontaine, bomber capace di segnare 13 reti in un solo Mondiale.

Scheda tecnica del giocatore.

Nome: Gerd Müller.

Nazionalità: tedesca.

Nato il: 13 dicembre 1945, a Nördlingen (Germania).

Altezza: 1,74.

Peso: 74 kg.

Ruolo: attaccante.

Nota dell’autore: a proposito di Bobby Moore,  l’articolo di “France Football” riporta 70 punti, ma secondo altre fonti i punti furono 69.

 

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