La Penna degli Altri

12 gennaio: buon compleanno Andrea Carnevale, una vita da film

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LAGIORNATASPORTIVA.IT (Giulio Boccadifuoco) – Ci sono uomini, storie, che sembrano scritte per essere raccontate, come con un filo logico che non si coglie mai fino in fondo se non quando tutto diventa lampante. Ci sono uomini capaci di essere più forti del dolore, di prenderlo e trasformarlo in un qualcosa di meraviglioso: in arte, poesia, in gesti inspiegabili eppure così belli.
Ci sono storie che meritano di essere raccontate, perché non farlo sarebbe un delitto, sarebbe uno spreco, sarebbe come non dar vita ad un film da Oscar o ad una canzone da Grammy. Ci sono storie, come quella di Andrea Carnevale, che sembrano vissute quasi appositamente per essere raccontate.

I PRIMI ANNI E L’AVVENTURA ALL’UDINESE

È il 12 Gennaio di 58 anni fa e a Monte San Biagio, in provincia di Latina, nasce Andrea Carnevale, un cognome che sembra quasi una condanna o forse semplicemente un preludio di quelli che saranno i continui scherzi che la vita gli serberà. Tra il 1977 ed il 1979il giovane Andrea comincia a calcare i campi di calcio con le maglie di Fondi e Latina fino a quando Luis Vinicio, bandiera storica del Napoli, lo porterà a pochi chilometri dalla città di Partenope, che tanto grande lo aveva reso, facendogli indossare la casacca verde dell’Avellino.
Ha 18 anni, Andrea, e nei due anni che passa al Partenio riesce a giocare solamente 11 gare con la miseria di un solo goal messo a segno eppure lui, l’uomo e non il giocatore, ne ha già passate ben più di qualunque suo compagno più adulto. Nel 74’ il padre, Gaetano, in preda ad un raptus uccide a colpi d’ascia la madre, Filomena, in un omicidio tanto violento quanto scabroso che lo porterà ad essere internato fino all’ ‘83 (quando poi si suiciderà) in un manicomio giudiziario ad Aversa, proprio poco distante da Avellino dove suo figlio Andrea per due anni non riuscirà ad essere protagonista.
Conclusa l’esperienza in Campania il giovane attaccante viene acquistato dall’Udinese dopo aver girovagato tra ReggianaCagliari e Catania. Sarà proprio ad Udine che Carnevale si mostrerà per ciò che realmente era: un ottimo uomo d’area, abile coi piedi, imbattibile di testa e perfetto compagno di reparto per mandare ed andare a segno. Il biglietto da visita con cui si presenta al San Paolo sono le 16 reti in 55 presenze collezionate al “Nord”, bottino di tutto rispetto per inserirlo in un attacco stellare che già poteva vantare BrunoGiordano e, ovviamente, Diego Armando Maradona.

L’APPRODO AL NAPOLI ED I TROFEI

Negli anni al Napoli Andrea raggiunge il culmine della sua carriera, individuabile, volendolo fotografare in un’istantanea, in quel goal segnato il 10 Maggio 1987 contro la Fiorentina che regalerà a Napoli ed al Napoli il suo primo storico scudetto. Da allora il suo Palmares diventa quello del Napoli: Coppa ItaliaCoppa Uefa ed anche il secondo scudetto dinanzi a cui, ovviamente, le porte della Nazionale non possono rimanere chiuse. A volerlo fortemente con la maglia azzurra dell’Italia è Azeglio Vicini dopo averlo visto all’opera nell’88 con la nazionale olimpica a Seul. Carnevale, per il CT, rappresenta il partner ideale di Vialli nel Mondiale del ’90, quello delle Notti Magiche che tanto farà disperare la nazione intera.
Ma lui, Andrea, quella pressione non la regge forse per limiti caratteriali o forse per altro eppure, dopo le prime due partite da titolare, il posto gli viene irrimediabilmente soffiato da Totò Schillaci. Da lì la sua carriera ha un declino continuo ed inarrestabile: nell’estate dello stesso anno passa alla Roma e, dopo un inizio di stagione incoraggiante, viene squalificato per doping insieme al portiere Peruzzi e la sua avventura nella capitale subisce una sosta di un anno fino alla definitiva cessione, nel ’93, all’Udinese che l’aveva lanciato nel calcio dei grandi.
Eppure, nemmeno in Friuli riesce a rilanciarsi, sostandovi solo per qualche mese prima di essere ceduto in serie B al Pescara e lì concludere la sua carriera nel 1996.

IL CROLLO E LA RINASCITA

Le disavventure di Andrea Carnevale, però, non si concludono con la fine della sua carriera calcistica. Il Napoli, di cui lui stesso era stato protagonista assoluto, era stato fortemente scosso dalla vicenda della cocaina che aveva bruscamente sottratto Maradona al calcio Italiano e che, come un fantasma, quasi perseguitava i protagonisti di quegli anni magici. Andrea non fa eccezione, anzi, nel 2003 viene arrestato per detenzione e spaccio nell’ambito dell’inchiesta su Vip e droga costringendolo agli arresti domiciliari e minando anche il matrimonio con la moglie, Paola Perego, da cui poi si separerà.
È il fondo. Andrea Carnevale, l’uomo e non più il giocatore, è sprofondato in un baratro da cui a chiunque sembrerebbe impossibile rialzarsi. Ma lui, attaccante vero, calciatore capace di non abbattersi nei periodi di magra, non lo fa neanche stavolta, si ripulisce e si rende di nuovo appetibile, ricostruisce la sua immagine ed anche la sua personalità. Ed ancora una volta è l’Udinese a puntare su di lui, a dargli la possibilità di redimersi e di mostrarsi al mondo come un uomo diverso.
Andrea Carnevale, oggi, è un dirigente, uno stimabile osservatore di una delle realtà più belle del calcio italiano per scouting e lavoro con i giovani. Non vi è più nemmeno una vaga ombra del Carnevale che fu, quello infangato dalla cocaina e dalle sventure, quello che la vita s’era tanto divertita a tormentare, complice il suo cognome, come in un film, perverso e dannato.

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