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Dal 1998 al 2021: quale la miglior Francia?

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La Francia davanti a tutti. Questa è la grande tendenza, da parte di tifosi e addetti ai lavori, nel definire una nazionale che si è presentata agli Europei 2020 con tutti i favori del pronostico, con una selezione incredibilmente ricca di talento e di qualità. La nazionale transalpina allenata da Didier Deschamps sembra due passi davanti a tutti rispetto alle altre selezioni che stanno partecipando alla rassegna continentale.

Le quote del calcio europeo segnalano come la Francia di Kanté e compagni sia la grande favorita degli Europei, con Portogallo, Inghilterra, Belgio e la stessa Italia che vengono sì considerate nazionali con buone chance di vittoria, ma che di sicuro partono due passi indietro rispetto all’incredibile selezione francese.

Ecco perché, di fronte alla solidità difensiva mostrata da Koundé, Varane, Pavard e Kimpembé, di fronte ad un centrocampo così completo formato da Pogba, Kanté e alternativamente altri giocatori, e infine di fronte a una potenzialità offensiva celestiale testimoniata dal tridente composto da Mbappé, Benzema e Griezmann (senza dimenticare Coman, Giroud e tanti altri), questo ciclo della Nazionale francese che già ha conquistato una finale europea nel 2016 e il Mondiale del 2018 è stato paragonato a un altro ciclo storico per i nostri vicini transalpini: la Francia 1998.

La Nazionale del 1998 è quella che infatti vinse il campionato del mondo battendo in finale, per 3-0, il Brasile. Per molti addetti ai lavori, la Nazionale attuale è addirittura più forte e completa di quella che realizzò quella grandiosa impresa allo Stade de France, battendo un Brasile che sembrava avere tutte le carte in regola per vincere e in una partita che è passata alla storia anche per le vicende che attorniarono l’avvicinamento di Ronaldo alla sfida.

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Barthez in porta, Thuram, Lebouef, Desailly, Lizarazu: per quanto riguarda il reparto difensivo, probabilmente quella Francia possedeva un grado di esperienza e personalità maggiori rispetto al ciclo attuale, denso di giocatori giovani dall’altissimo potenziale ma che ancora devono raggiungere il loro picco di carriera.

Il paragone si fa ancora più interessante a centrocampo: il sistema attuale composto da Kanté e Pogba, cui nel corso degli anni si sono aggiunti Rabiot, Sissoko, Tolisso e altri giocatori comprimari, sembrano avere qualcosa in più rispetto al centrocampo che era sceso in campo nel 1998 in quella finale. Deschamps, Karembeu e Petit erano sicuramente giocatori solidi, tosti e difficili da superare, ma in quanto a qualità non possono di certo competere con la Francia attuale, tanto meno con gli avversari brasiliani in quella partita: Dunga, Cesar Sampaio, Leonardo e Rivaldo.

Zidane, Djorkaeff, Guivarch. Mbappé, Benzema, Griezmann. Di fronte a cotanto talento è sempre difficile paragoni, gli attacchi della Francia del 1998 e del 2021 sono due schieramenti offensivi potenzialmente inarrestabili e incontrollabili. Probabilmente l’attacco attuale brilla maggiormente in esplosività e fisicità, ma questo è anche dovuto al fatto che nel corso degli ultimi anni l’intensità di gioco sia diventata uno dei principali fattori determinanti del calcio moderno. Mbappé, soprattutto, è il vero prodotto di un calcio che ora si gioca a mille all’ora, senza pause e sempre alla ricerca della verticalità. Un vero e proprio cambio di tendenza rispetto alla regia sulla trequarti orchestrata da Zidane e Djorkaeff, veri maestri del ricamo, del genio calcistico e dell’imprevedibilità.

Considerando però la presenza di Benzema e Griezmann, rispetto ad un attaccante non scintillante come Guivarch, si può forse concludere che la Nazionale attuale sia addirittura più forte di quella che nel 1998 realizzò una straordinaria impresa casalinga. Contro Cafu, Roberto Carlos, Aldair, Ronaldo e Rivaldo: contro un Brasile stellare. Ora anche la Francia attuale vuole conquistare un Europeo che manca dal 2000.

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