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Dei d’Europa – La Grecia Campione di Euro 2004

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Marvin Trinca) –

Il 2004 è stato un anno d’oro per la Grecia sportiva. Come prima cosa la nazione ellenica vide il ritorno delle Olimpiadi nel luogo dove nacquero in età antica e di fatto lo slogan di quella edizione recitava proprio Καλώς ήρθατε σπίτι (Benvenuti a casa). Senza ombra di dubbio, l’evento che però balzò alle cronache sportive scrivendo di fatto la storia sportiva della Grecia calcistica fu la vittoria del campione europeo di calcio in Portogallo. Nella storia dello sport, il calcio ellenico non ha mai avuto una storia costellata di successi e di grande impatto a livello internazionale, al contrario si è sempre contraddistinto per la forte valenza sociale delle squadre calcistiche elleniche.

Per fare un esempio, due delle squadre più importanti e blasonate del calcio greco, l’AEK Atene e il PAOK di Salonicco, sono due compagini nate dall’iniziativa degli esuli greci che fuggirono da Costantinopoli dopo che la Grecia venne sconfitta nella guerra greco-turca del 19-22. Noi conosciamo l’AEK con la dicitura di Atene ma il nome ufficiale è Αθλητική Ένωσις Κωνσταντινουπόλεως (Unione Sportiva di Costantinopoli), il simbolo della squadra è proprio un Aquila bicipite che richiama lo stemma dell’Impero Bizantino. Stessa storia per il PAOK di Salonicco nome ufficiale (Ποδοσφαιρική Ανώνυμη Εταιρεία Πανθεσσαλονίκειος Αθλητικός Όμιλος Κωνσταντινουπολιτών, Club Atletico Pan-tessalonicese dei Costantinopolitani) è anche la storia di questo club non è differente da quella dell’AEK; infatti, il club fu fondato nel 1926 da rifugiati di guerra greci che scapparono anche loro da Costantinopoli (l’odierna Istanbul). Lo stemma del PAOK porta anch’esso l’Aquila Bizantina e quindi anche per loro c’è un forte richiamo alla storia passata della Grecia.

Questi sono alcuni esempi del carattere sociale delle squadre e delle tifoserie elleniche. Per questo motivo la vittoria calcistica della Grecia nel 2004 rappresenta un evento storico e culturale. Al campionato europeo, la Grecia, si presenta come la nazionale più lontana dall’essere quotata per la vittoria finale, il Portogallo di un giovanissimo Cristiano Ronaldo, la Francia, la Germania e l’Inghilterra di Erikson sono le squadre più quotate per la vittoria finale. I greci, per molta della stampa locale, sono soltanto di passaggio, una compagine modesta ma che non ha molte possibilità di andare oltre il girone del campionato. Alla guida degli ellenici c’è Otto Rehhagel, allenatore di lungo corso e uomo di calcio molto navigato. È il tedesco che costruirà una compagine compatta e a tratti perfetta dando la sua impronta teutonica allo spirito della nazionale ellenica. La Grecia finisce nel girone D insieme a Spagna, Portogallo e Russia sembra un destino segnato e invece i greci vincono la gara d’esordio proprio contro la nazione che ospita la competizione: il Portogallo. La vittoria degli ellenici stupisce tutti e ancor più stupore si desta quando la nazionale di Rehhagel passa il girone al secondo posto.

I quarti di finale sono già un grande risultato per una squadra che era data subito per spacciata, di fatto gli ellenici pescano la Francia detentrice del trofeo, ma gli uomini di Rehhagel, contro ogni pronostico possibile in questa terra, stupiscono tutti eliminando i francesi campioni in carica. A questo punto è giusto crederci e sale la consapevolezza nei greci di poter essere in grado di compiere un ulteriore passo. Sognare non costa nulla e questo dà la forza necessaria per imporsi in semifinale contro la Repubblica Ceca volando così in finale. In finale gli ellenici trovano nuovamente il Portogallo di Cristiano Ronaldo, fino a quel momento mattatore della competizione, che sicuramente vogliono vendicarsi della sconfitta subita alla prima partita dell’Europeo. Per usare una metafora letteraria siamo ai livelli di Prometeo contro gli Dei dell’olimpo.

È una finale tirata e giocata di agonismo puro, al 54’ del secondo tempo la Grecia riesce a sfondare la diga portoghese, Angelos Charisteas, bomber della nazionale, vola in cielo per battere il portiere Ricardo. I portoghesi non ci credono cingono d’assedio la metà campo ellenica, ma Katsouranis, Dellas e Seitaridis allestiscono una resistenza degna dei grandi fasti della Grecia antica, degna della battaglia delle Termopili contro i Persiani. Al triplice fischio finale è storia, la Grecia per la prima volta nella sua storia è campione d’Europa. Una squadra partita senza alcun favore riesce a trionfare grazie allo spirito di resistenza, al carattere e alla volontà.

Otto Rehhagel è riuscito a costruire una squadra operaia capace di organizzare il gioco e di non cedere mai di un millimetro davanti al proprio avversario, quasi sullo stile di gioco del calcio tedesco. La sera del 4 luglio 2004, piazza Syntagma, luogo simbolo di Atene e tutta la Grecia è stracolma di tifosi in festa per la storica vittoria. Al rientro in patria i calciatori ricevettero medaglie dall’allora presidente Kostis Stephanopoulos e festeggiarono con i tifosi, che accolsero la squadra all’aeroporto di Atene e la portarono in trionfo allo Stadio Panathinaiko, stadio simbolo dello sport, dove furono celebrate le prime Olimpiadi dell’era moderna (1895), quindi mai luogo fu adatto per festeggiare questa vittoria. I giocatori comparvero inoltre sui francobolli. Quella sera, nel mezzo a quella marea festante, c’era anche una leggenda del calcio greco, “il Maradona greco”, Vasilis Chadzipanagis che aveva finalmente visto vincere la sua amata Grecia raggiungendo un obiettivo che da giocatore sapeva bene che non avrebbe mai agguantato. La storia della nazionale greca è degna dei grandi eroi della loro mitologia e dei grandi condottieri come Cimone, Pericle e Temistocle. La vittoria contro i portoghesi porta lo stesso sapore storico di quella contro l’imponente esercito persiano di Re Dario prima e Serse dopo. Dei scesi in terra, che portano il volto del roccioso portiere Nikopolidis, Dellas, Seitaridis, Kapsis, Fysass, Zagorakis, Katsouranis, Basinas, Charisteas, Vryzas e Giannakopoulos guidati dal “Pericle” Otto Rehhagel.

BIBLIOGRAFIA

operazionenostalgia.com/il-mito-greco-a-euro-2004/

el.wikipedia.org/wiki/

epo.gr/Home.aspx?a_id=256

aekfc.gr/

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