La Penna degli Altri

Italia – Spagna, i falsi “gemelli”: tra la storia e la rivalità

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Poche ore alla semifinale tra Italia e Spagna, solo una continuerà a sognare. C’è una finale da conquistare in qualsiasi modo, anche al di là del rettangolo di gioco per difendere una cultura, una storia e lo stile che da sempre ci appartengono e sono ben differenti dai “nostri gemelli”.

Il CORRIERE DELLA SERA ripercorre le tappe salienti dei due percorsi, arrivando ai giorni nostri.

[…] Negli anni della lunga gelata franchista, l’Italia del boom economico guardava ai cugini latini con un sorriso benevolente, finendo quasi per crederli un popolo fraternamente innocuo. Madrid ci era propizia: nel 1982 vincemmo il Mondiale di calcio della rinascita; dieci anni dopo il Settebello della pallanuoto sconfisse la Spagna in una mitica finale alle Olimpiadi di Barcellona, dopo sei tempi supplementari, con Juan Carlos — nato e cresciuto a Roma — affranto in tribuna. E invece. Non soltanto le Furie rosse, che nel calcio non ci battevano dai tempi di Zamora, nel 2008 ci eliminarono dagli Europei; nello stesso anno il governo spagnolo annunciò il sorpasso nel Pil procapite (il nostro governo negò, e subito dopo venne la grande crisi a rendere vana la discussione) […]

Due modi differenti da sempre…

[…] Un’antica diceria popolare iberica, radicata nei secoli del declino e delle guerre civili, racconta che la Spagna sia nata sotto una cattiva stella; in Italia avevamo inventato invece la leggenda dello stellone. Invece oggi — secondo le statistiche — gli spagnoli sono il popolo più ottimista d’Europa, o comunque il più allegro, e noi il più pessimista. La loro cultura calcistica è all’insegna del possesso palla, la nostra è molto più prudente, almeno fino all’arrivo di Mancini. Stasera ce la giochiamo, tra atleti e tra popoli che si conoscono e si stimano, ma che restano diversi […] 

(CORRIEREDELLASERA di Aldo Cazzullo)

Foto WIKIPEDIA 

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