Storie di Calcio

La partita della Morte

Published

on

GLIEROIDELCALCIO.COM (Mario Cantoresi) – Uno dei film più famosi a carattere sportivo-militare è stato sicuramente “Fuga per la vittoria”.
Pochi però sanno che esso trovò ispirazione da un fatto realmente accaduto, anche se poi la trama del film stravolse totalmente i fatti.

Nella realtà, infatti, le cose andarono in questo modo: in un campo di concentramento nazista in Ucraina tra gli internati vi si trovarono anche dei famosi calciatori dell’allora Unione Sovietica.
Venuti a conoscenza della loro presenza, i tedeschi vollero sfidarli per umiliarli di fronte ai loro connazionali.
Furono allestite due squadre lo Start (CTAPT in cirillico) ed il Flakelf che era formata da tutti ufficiali tedeschi.

I teutonici erano fermamente convinti di battere i sovietici ma il responso del campo fu molto diverso dalle lire aspettative. Finì 5 a 1 per i Russi che dominarono in lungo ed in largo la partita. L’orgoglio tedesco fu punto sul vivo e meno di un mese dopo, il 9 agosto 1942, allo Stadio Zenith di Kiev, fu organizzata la rivincita.
Stavolta i germanici ebbero maggior cura nella preparazione della sfida. Reclutarono giocatori professionisti fra i militari (diversi venivano dal Bayer di Monaco) e, soprattutto, inviarono un chiaro messaggio agli avversari:
“O perdete… o perdete! Prendere o lasciare la vita, voi liberamente.”

La locandina dell’incontro © wikipedia

La partita si giocò in uno stadio pieno, proprio come nel film, al via andarono subito in gol i tedeschi, poi ci furono 25 minuti pieni solo di… Armata Rossa e così il primo tempo si chiude sul 3 a 1 per i Russi senza nessuna discussione tanto era stata la loro superiorità sul campo.

Ma al rientro negli spogliatoi accadde di tutto: pistole, mitra, qualche pugno ben dato, insomma il minimo indispensabile per rimettere le cose a posto.

Nella ripresa in un attimo si andò sul 3 a 3 e tutto lasciava presagire una messe di gol per i bianchi tedeschi. Ma, come detto sopra, fu solo un attimo!
I Sovietici pungolati nell’orgoglio ritrovarono forza e coraggio e vinsero 5 a 3.

Finì così quell’incredibile partita ma esiste una legge non scritta che stabilisce che per ogni gesto eroico c’è sempre un prezzo da pagare, e quella volta fu molto alto.

Ancor prima di lasciare il terreno di gioco, i vincitori capirono di aver firmato la loro condanna a morte. Il cannoniere di quel giorno, Korotkych, fu torturato ed ucciso con altri tre compagni. I rimanenti sette della squadra finirono in un lager e solo due ne uscirono vivi: Mychajlo Svyrydovsky e Makar Honvarenko.
A quest’ultimo, capitano di quella squadra, la Dinamo Kiev qualche tempo fa eresse un monumento con una dedica destinata a superare ogni barriera temporale:

“A UNO CHE SE LO MERITA”

È proprio vero, la maggioranza degli uomini ha un tempo limitato per amare. I migliori hanno tutta l’eternità per essere amati.

 

più letti

Exit mobile version