Libri

Libri: “Calcio femminile Gravina, la Stella del Sud”. Intervista con gli autori S. Capizzi e R. Quartarone

Published

on

GLIEROIDELCALCIO.COM (Giovanni Di Salvo) – Per la rubrica “Libri” abbiamo raggiunto e intervistato due amici de GliEroidelCalcio, Sergio Capizzi e Roberto Quartarone, autori del libro “Calcio femminile Gravina, la Stella del Sud” edito da “Quelli del ’46”.

Sergio Nunzio Capizzi nella vita di tutti i giorni è dipendente di un’impresa privata, che sin da ragazzino ha la passione per il calcio e si è sempre prodigato nel collezionismo di materiale storico inerente a questo sport, quello che ama definire il suo “tesoro di carta”.

Roberto Quartarone è un giornalista e insegnante d’inglese, che cerca di fare il “bracconiere di storie sportive” dei minors (come si dice nel basket), perché la storia dello sport è piena di racconti meravigliosi che vanno però portati alla luce e raccontati per bene.

La loro opera, appena uscita, ripercorre tutte le 27 stagioni del Gravina e presenta 40 schede di calciatrici e membri dello staff, partendo dalla prima squadretta di provincia organizzata da Gianfranco Forza e arrivando fino ai migliori risultati in Serie A.

Un triplo appuntamento per noi: oggi l’intervista agli autori e nelle prossime settimane due estratti del libro.

Buona lettura

Il team de GliEroidelCalcio.com

———————————————

Come nasce l’idea di dedicare un libro sulla storia del Gravina? Perché questa squadra è da ritenersi la Stella del Sud, come da titolo dell’opera?

Roberto Quartarone: «L’anno scorso abbiamo dato alle stampe “Il cielo è rosa sopra il Cibali”, un volume che trattava tutto il compendio di squadre femminili nella provincia etnea dalle origini fino ai giorni nostri, nel quale avevamo narrato in maniera sommaria la storia del sodalizio gravinese. Da qui, la spinta di approfondire l’argomento in maniera più accurata. “Stella del Sud” è un termine usato spesso nello sport italiano riferendosi a squadre provenienti dal meridione che si fanno strada in ambito nazionale: indubbiamente, il Gravina lo è stata per il calcio femminile vista la lunga permanenza in Serie A in una condizione in cui qualsiasi altra squadra sarebbe stata una meteora.».

Puoi descriverci il lavoro di ricerca e documentale che avete fatto per realizzarlo?

Sergio Capizzi: «Principalmente abbiamo attinto il grosso delle informazioni dai quotidiani “La Sicilia” ed “Espresso Sera” facendo una ricerca nelle biblioteche catanesi. È pero da encomiare il grosso contributo in termini statistici che ci hanno fornito Luca Barboni e Giovanni Di Salvo, entrambi autori di diverse pubblicazioni sul calcio femminile, nonché della signora Mattia Elvira La Rosa, moglie di Gianfranco Forza, presidente della squadra biancoverde. Una miniera di foto e ritagli di giornali che il vecchio presidente custodisce come reliquie sacre, e che noi autori abbiamo avuto modo di mettere nero su bianco in questa che può considerarsi una piccola enciclopedia della squadra siciliana.».

Gli autori e la loro opera

Come è strutturato il libro?

Roberto Quartarone: «Il volume racconta le stagioni del Gravina dal 1979 fino allo scioglimento della società nel 2006. Oltre alla narrazione delle varie annate seguono i tabellini dove disponibili (o almeno risultati e marcatrici) e il profilo di 40 tra calciatrici e allenatori che siamo riusciti a raggiungere telefonicamente e qualche volta di persona. Infine vi è un’ampia sezione statistica dov’è racchiuso l’elenco delle 142 calciatrici accertate che hanno vestito la maglia del Gravina, i 22 allenatori e i record della formazione catanese, il tutto corredato da oltre 350 foto. Nel libro sono presenti anche due profili speciali, quelli del presidente Gianfranco Forza e di Rosalia Di Maio, calciatrice palermitana che ha militato nelle file della squadra biancoverde, scomparsa prematuramente poco tempo fa. A entrambi è dedicato il nostro lavoro.».

Nel corso della storia del Gravina quali sono le calciatrici che più ti hanno impressionato o che hai apprezzato, quali gli allenatori?

Sergio Capizzi: «Personalmente mi sono appassionato alle gesta sportive di Fully Di Bartolo, un’attaccante biondina che nei momenti di difficoltà si sbracciava le maniche quasi come faceva capitan Valentino Mazzola ai tempi del Grande Torino, riuscendo a salvare le compagne da momenti difficili come nella partita pareggiata contro il Firenze nella stagione 1988-89. Una menzione speciale va fatta però per Pina Loritto e Susy Siano con le quali ci siamo tenuti in contatto quotidiano durante questi mesi di lavoro. Pina e Susy sono due persone eccezionali dal punto di vista umano al di là del mero lato sportivo. Quanto ai tecnici che si sono succeduti sulla panchina del Gravina, non posso non preferire Armando Drago, decano di presenze, un simpatico e disponibilissimo signore che insieme a Roberto siamo riusciti a raggiungere telefonicamente.».

Roberto Quartarone: «L’apporto che Pina Loritto e Susy Siano hanno dato nella storia del Gravina è innegabile; in più senza di loro questo volume non sarebbe uscito, perché non solo hanno messo a disposizione i loro ricordi, ma anche la loro rubrica telefonica, la loro carica di motivazioni e di voglia, spinta fondamentale per noi autori! Come calciatrici, sicuramente invito a leggere il libro per scoprire le storie di bomber incontenibili come Marsico, Caccamo e Colasuonno, le prime tre che mi vengono in mente in un maxi gruppo di ragazze del Sud che hanno sfidato l’Italia del pallone.».

Marsico e Colasuonno

Ci sono aneddoti particolari?

Sergio Capizzi: «Senza ombra di dubbio quello che rimane impresso come un’icona nella memoria della maggior parte delle giocatrici è l’episodio legato all’alluvione del 1994 nei pressi del parco della Cromodora in provincia di Torino, ove la squadra passò un pomeriggio di paura, costretta a rifugiarsi sopra i tetti degli spogliatoi del campo di gioco in attesa dei mezzi anfibi che riuscirono a portare le ragazze in salvo. Una disavventura fortunatamente conclusa a lieto fine. Dal punto di vista sportivo, ci sono tante storie di partite impossibili da vincere ma con il pronostico ribaltato sul campo, i due scudetti del Gravina calcio a 5 e infine l’ultima partita del campionato 2005-’06 col Trento vinta stoicamente in 10 contro 11. Quest’ultima, malgrado non sia bastata a salvare la squadra, rimane sicuramente il grande rimpianto per quello che poteva essere e non è stato giacché il presidente Forza poche settimane dopo, stanco delle vicissitudini nel dover gestire la squadra, e lasciato solo dagli enti locali, decise di mettere fine alla creatura che egli stesso aveva creato.».

Che “Cosa” è questo libro per te, cosa rappresenta…

Sergio Capizzi: «È il secondo “mattoncino” che va a ricostruire le vicende del calcio femminile nella provincia catanese. Il frutto di un lavoro alacre e certosino fianco a fianco dell’amico Roberto Quartarone, un brillante e caparbio giornalista per il quale ho profonda ammirazione.».

Roberto Quartarone: «È la dimostrazione che lavorare in tandem paga. Con Sergio abbiamo stretto un’amicizia che si è tradotta in una forte intesa, ci siamo divisi i compiti in modo chiaro e affrontato assieme le parti più belle, come la programmazione, le interviste e le “scelte editoriali”. Questo libro rappresenta la conclusione di un percorso che ci ha fatto scoprire un mondo nascosto e pieno di belle sorprese, che siamo felici di poter condividere con chi vorrà leggerlo.».

Perché andrebbe letto…

Sergio Capizzi: «Gli appassionati di statistica, innanzitutto, vi troveranno tutte quelle informazioni dettagliate nella ricostruzione degli avvenimenti della squadra. Il volume è un vero libro da collezione che miscela, in maniera sagacemente bilanciata, i dati statistici con i fatti e le vicende sportive.».

Roberto Quartarone: «Non di meno il libro dà voce a un movimento, quello del calcio femminile in Italia, da sempre un po’ bistrattato e visto come una semplice macchietta che scimmiotta per certi versi il più blasonato calcio maschile, mentre vi si scorgono invece figure di donne che attraverso sacrifici e passione hanno raggiunto risultati personali e soddisfazioni impagabili, talvolta migliori dei fiumi di denaro che circolano tra i colleghi uomini. Quindi va letto perché queste storie costituiscono il sottostrato della comunità sportiva locale: anche le aspiranti calciatrici etnee possono arrivare in Serie A, seguendo i valori delle loro precorritrici e cercando di evitare gli errori commessi. Poi anche i dirigenti sportivi potrebbero trovare degli spunti interessanti. Infine, chi lo leggerà avrà il piacere di tuffarsi nella memoria dei protagonisti di una storia sportiva che in Sicilia non ha eguali.».

Vai qui se vuoi acquistare il libro

più letti

Exit mobile version