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Libri: “Tutta colpa del Mundialito”. Intervista all’autore Andrea Bacci

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – Per la rubrica “Libri” abbiamo raggiunto e intervistato Andrea Bacci, autore del libro Tutta colpa del Mundialito: Silvio Berlusconi, la tv, il calcio, la politica e l’ombra della P2″, edito da Bradipolibri.

La Copa de Oro, o “Mundialito” è stato un torneo calcistico inventato in Uruguay per celebrare il cinquantesimo anniversario del primo mondiale di calcio. L’idea era di far partecipare in un mini campionato tra dicembre 1980 e i primi giorni del 1981 le sei nazioni che fino a quel momento di erano aggiudicate almeno un’edizione della Coppa del Mondo, con l’Olanda, finalista delle ultime due manifestazioni, a sostituire l’Inghilterra rinunciataria. Ma alle spalle del Mundialito apparvero interessi forti, i diritti televisivi e quelli di immagine che, almeno in Italia, provocarono addirittura una guerra tra la Rai e la neonata emittente privata Canale 5.

Un triplo appuntamento, oggi l’intervista all’autore e nei prossimi appuntamenti due estratti del libro. Si ringrazia la casa editrice BradipoLibri per l’opportunità.

Il team de GliEroidelCalcio.com

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Andrea, siamo di fronte ad una tua nuova opera. Partiamo dal sottotitolo… Tv, calcio, politica ma anche la P2… sembrerebbe esserci la storia d’Italia…

È mia convinzione che la storia italiana, soprattutto quella contemporanea, per intendersi dal secondo dopoguerra in poi, non sia studiata abbastanza. Per non dire del periodo che va dal 1960 fino alla fine degli anni Ottanta. Sono anni decisivi che ci spiegano perché il nostro Paese sia diventato quello che è adesso. E nella storia italiana ci deve essere tutto, dalla politica al sociale, dalla cultura allo spettacolo, fino allo sport e i suoi rapporti con i mass media.

Torniamo allo sport… il Mundialito… che tipo di torneo è stato?

All’epoca sembrò un’idea geniale e rivoluzionaria. Non c’erano tornei calcistici che non fossero i Mondiali e i tornei continentali, e questa invenzione sembrava colmare un vuoto fatto di spettacolarità e interesse tecnico che mancava e che poi è stato ripreso anche dalla Confederation Cup. L’idea, dopo il parziale successo dell’edizione uruguaiana, naufragò un po’ perché morì Artemio Franchi che ne era uno strenuo sostenitore, un po’ perché i tempi non era maturi

Cosa ha rappresentato in quel momento?

L’idea di far entrare il grande calcio negli interessi del pubblico degli sportivi e non solo. E per interessi si intendano anche quelli economici e politici, tanto per capirsi.

Quale il metodo utilizzato per la narrazione…

Quello che uso sempre. Partire dall’inizio, dalle radici di un dato avvenimento e di un dato personaggio, studiarne il retroterra sociale, poi proseguire in linea temporale, un passo alla volta, fino alla fine e, se possibile, fino a quello che è venuto dopo.

Quanta ricerca c’è in un libro come questo …

Prima di tutto c’è l’amore e la passione per quello che si fa. Lo dico sempre ai ragazzi che mi fanno domande quando vogliono scrivere un libro di sport: mettete la vostra passione sempre davanti a tutto. Poi le ricerche sono necessarie, anche se per questo libro non mi hanno impegnato troppo, vista la limitazione temporale. Per esempio quando ho scritto “Muhammad Ali, Storia di una rivoluzione” solo la ricerca mi ha impegnato per quasi un anno, e calcola che io non sono un professionista, ma solo uno scrittore e uno studioso dilettante. Libri, stampa dell’epoca, filmati: questo è il necessario. È tanto lavoro, con umiltà e sacrificio. Parafrasando qualcuno di molto più importante di me, mi definisco solo un “umile lavoratore nella vigna della letteratura sportiva” …

L’autore Andrea Bacci con la sua “creatura”

Quali misteri svela il libro…

Non era quella la mia ambizione. Parlo di personaggi di cui si sa poco in senso generale, soprattutto tra le nuove generazioni, soprattutto per ciò che riguarda l’analisi della P2. Chiedi a un ventenne se sa chi sono Licio Gelli, Roberto Calvi e Michele Sindona e senti cosa ti rispondono. Di Berlusconi spesso conoscono solo il nome. Mi piace pensare che questo libro possa contribuire alla conoscenza e all’approfondimento di aspetti che erano sepolti sotto la polvere degli anni e del disinteresse storico.

Questo libro, il tuo quarantesimo, che “Cosa” è per te, cosa rappresenta…

Il tempo che passa. Ho cinquant’anni, venti di questi passati a scrivere e pubblicare libri: guadagni scarsi, tanto tempo sottratto alla famiglia… Ma non mollo, mi piacerebbe un giorno avere l’Occasione, con la “O” maiuscola, la grande storia da pubblicare con il grandissimo editore, e in Italia non se ne contano più di quelli delle dita di una mano. Ma non mi lamento, mi sono tolto tante soddisfazioni e la cosa che mi dà soddisfazione, oltre il mio piacere, è vedere che in moltissimi apprezzano quello che scrivo. Quando qualcuno mi dice di essere interessato a comprare un mio libro dico che spero solo che non siano soldi buttati. E la speranza è quella che i miei editori, come Bradipolibri per questo libro, possano recuperare le spese sostenute e avere il loro tornaconto, perché quello è davvero meritato quando si pubblica un autore dilettante come Andrea Bacci…

Perché andrebbe letto…

”Tutta colpa del Mundialito” è un libro di storia del calcio, una storia dimenticata e per questo meritevole di essere recuperata. Poi perché attraverso il calcio si fa storia italiana, si racconta personaggi decisivi nella storia italiana contemporanea.

Concludiamo … dopo 40 anni, il Mundialito ha davvero questa grandissima “colpa”

Questo dipende dai punti di vista. A livello mediatico ha avuto il merito di aprire al pluralismo televisivo arricchendo i gusti e gli interessi degli italiani. La “colpa”, in maniera ironica, è quella che ha permesso a Silvio Berlusconi di iniziare le sue rivoluzioni: positive o negative non sono io che lo debba dire.

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