Storie di Calcio

10 giugno 1934 – L’Italia è Campione del Mondo per la prima volta nella sua storia

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – Il 10 giugno 1934 allo Stadio Nazionale di Roma, rinominato “Stadio del Partito Nazionale Fascista”, si affrontano Italia e Cecoslovacchia nella sfida finale del Campionato del Mondo.

“I maestri cecoslovacchi”, così sono definiti, costituiscono una delle formazioni migliori in ambito europeo. L’Italia non è da meno, infatti, prima del mondiale, le due formazioni si erano già incontrate dieci volte e nell’ultimo confronto, disputato il 7 maggio dell’anno precedente a Firenze, gli azzurri risultarono vincitori per 2-0, stabilendo quindi un pareggio totale composto da tre vittorie per ciascuna e quattro pareggi.

Negli ottavi di finale, gli azzurri rifilano un sonoro 7-1 agli Stati Uniti, con tripletta di Schiavio, doppietta di Orsi e reti di Ferrari e Meazza. Poi la nazionale azzurra si sbarazza della Spagna del celebre portiere Zamora, non senza fatica però. Infatti si rendono necessarie due gare: nella prima gli azzurri vanno in svantaggio ma poi, al 44′, Ferrari riporta il match in parità. Nemmeno i tempi supplementari sono sufficienti per capire chi può proseguire l’avventura e quindi, come da regolamento, la partita viene ripetuta il giorno successivo, sempre a Firenze. Le squadre scendono in campo molto diverse dal giorno prima: l’Italia opera quattro cambi, la Spagna sette. Dopo appena undici minuti è Meazza a siglare il gol partita che consente l’accesso alla semifinale. Qui gli azzurri trovano l’Austria, detentrice della Coppa Internazionale, vinta nel 1932, e considerata tra le favorite alla vittoria finale. A Milano, il 3 giugno, l’Italia ha la meglio sul “Wunderteam”, squadra delle meraviglie, per 1-0 grazie alla rete di Guaita al 21′; per la verità una rete molto contestata per un presunto fallo di Meazza ai danni del portiere austriaco Platzer.

Gli avversari si sono invece conquistati la finale superando al primo turno la Romania per 2-1, poi la Svizzera per 3-2 e la Germania per 3-1 con tripletta di Nejedlý, poi capocannoniere del torneo con 5 goal.

Curiosità: il giorno prima della finalissima gli atleti italiani si trasferiscono dall’albergo al Pincio in cui sono alloggiati, alla stazione Termini per raggiungere Ostia con l’obiettivo di trascorrere il pomeriggio in relax nella fresca pineta di Castelfusano. Fanno ritorno poi a Roma al Foro Mussolini, per assistere all’incontro di tennis, valevole per la Coppa Davis, tra Italia e Svizzera. Qui vengono sommersi dagli applausi. I calciatori cecoslovacchi invece preparano la gara nel loro ritiro in località Croce, presso Frascati, in un completo isolamento e sommersi di regali che dalla “madre patria” invadono il ritiro: cioccolato, rasoi, spazzolini, cibo vario tra cui i “Knedliky”, una sorta di gnocchi ripieni di ciliegie. Intanto arrivano a Roma anche due treni speciali carichi di tifosi cecoslovacchi.

Si arriva al 10 Giugno, tutto è pronto per la finale. L’arbitro è lo svedese Ivan Eklind che aveva già arbitrato la semifinale tra Italia e Austria costituendo, ad oggi, l’unico caso della specie. Temperatura vicino ai 40° e un Benito Mussolini, che contava molto sulla vittoria per scopi propagandistici, in tribuna. Al suo fianco, tra gli altri, Jules Rimet.

La partita inizia ma le due squadre non offrono un grande calcio che e il primo tempo si concludei sullo 0-0. La partita diventa poi più agguerrita e al 71’ si sblocca con una rete di Puč: sembra finita per gli azzurri… e, ad avvalorare questa tesi, gli avversari sfiorano per ben due volte il raddoppio colpendo anche un palo.

Pozzo corre ai ripari scambiando le posizioni tra lo stanco Schiavio e Guaita cercando di far perdere i punti di riferimento alla difesa avversaria. A nove minuti dalla fine, quando tutto sembra perduto, Orsi “…guizza tra le maglie dei “rossi” e traversa al centro. La palla è respinta dalla difesa boema, ritorna ad Orsi che scarta due uomini, scorge uno spiraglio di luce e scocca un tiro dal basso in alto. Planicka con un salto impressionante tenta la parata, sfiora la palla con le dita ma non riesce ad arrestarla. La sfera di cuoio si insacca nella rete tra il tripudio impressionante della folla” (Cit. La Stampa, 11 giugno 1934). Siamo sull’1-1, Italia galvanizzata e Cecoslovacchia con il morale a terra. Si arriva ai tempi supplementari.

Il preziosissimo tagliando della partita (Collezione Matteo Melodia)

Al quinto del primo tempo supplementare l’apoteosi …”…Guaita, colpito duramente ad un piede da un avversario, passa corto a Schiavio, questi con un tiro potente, secco e preciso, batte ancora una volta il portiere avversario. Il punto, magnifico per concezione ed abilità, provoca il finimondo” (Cit. La Stampa, 11 giugno 1934).

I cecoslovacchi non sono più in grado di combattere, colpiti più sul morale che sul fisico. L’Italia, per la prima volta nella sua storia, è Campione del Mondo.

Certo, qualche strascico polemico questa vittoria se lo è trascinato, in particolare la stampa internazionale denunciò una sorta di pressione sugli arbitri tesa a favorire la nazionale di casa.

Noi sposiamo invece la tesi che “Sul piano calcistico, al di fuori delle strumentalizzazioni che fecero seguito alla vittoria del Mondiale, i fatti che seguirono quegli eventi confermeranno che la Nazionale vinse su un piano squisitamente tecnico e agonistico. La Coppa Internazionale del 1935, l’oro nelle Olimpiadi del 1936 e la vittoria ai Mondiali di Francia del 1938 sono testimonianze inconfutabili di un’epopea del calcio italiano, per certi versi, unica” (Cit. La Nazionale del Duce, Mauro Grimaldi, Edizioni Eraclea- 2018)

Forza Italia

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