La Penna degli Altri

50 anni fa il miracolo del Milan al Celtic Park di Glasgow

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FOXSPORTS.IT (Jvan Sica) – La Coppa dei Campioni 1968/69 iniziò in maniera traumatica per il Milan di Nereo Rocco, con la sconfitta a Malmoe nell’esordio della competizione per 2-1. Solo il gol di Rivera aveva addolcito un ko già storico di suo. Anche il Celtic Glasgow, l’altra protagonista della nostra storia, iniziò malissimo, venendo sconfitto per 2-0 dai francesi del Saint-Etienne. Al ritorno il Milan riuscì a ribaltare tutto grazie ad un 4-1 con una doppietta di Pierino Prati, mentre gli scozzesi giocarono una partita di un’intensità pazzesca, vincendo 4-0. I rossoneri erano una squadra al massimo del rapporto freschezza atletica-esperienza internazionale. A comandare tutto c’era Rivera a centrocampo, assistito da un Lodetti mai domo. In difesa c’erano Anquilletti, Rosato e il tedesco Karl-Heinz Schnellinger, in attacco c’era Prati in forma spaziale e Sormani.

Gli scozzesi dal canto loro erano gli stessi che nella finale di Lisbona del 1967 avevano battuto la Grande Inter di HelenioHerrera. I nerazzurri erano andati in vantaggio con Mazzola su rigore, ma sotto il sole cocente della capitale portoghese, invece di sciogliersi, gli scozzesi iniziarono ad attaccare senza tregua, pareggiando prima con Gemmell e poi andando definitivamente in vantaggio con Chalmers. Era una squadra fantastica, guidata dal capitano Billy McNeill in difesa, all’ala destra c’era l’imprendibile Jimmy Johnstone e Steve Chalmers in attacco, un centravanti che sapeva segnare ma anche lavorare per gli altri.

Nel turno successivo il Milan passò senza giocare grazie ad un sorteggio che premiò anche il Benfica di Eusebio, mentre il Celtic ingranò la quarta, distruggendo la Stella Rossa di Belgrado in casa per 5-1. Ai quarti di finale restavano le migliori squadre di quel periodo. Insieme a italiani e scozzesi, c’erano il Manchester United, campione in carica, il Benfica, finalista l’anno precedente a Wembley, l’Ajax della giovane stella Cruijff e il fortissimo club cecoslovacco Spartak Trnva, che giocava un calcio assolutamente innovativo da cui prenderà spunto anche Guardiola tanti anni dopo. Ma la sfida più importante di quel turno era fra Milan e Celtic Glasgow. Da lì sarebbe uscita di sicuro una pretendente alla vittoria finale.

Miracolo del Milan a Glasgow e Cudicini diventa il “Ragno Nero”

L’andata dei quarti di finale si disputa a San Siro, è il 19 febbraio 1969 e sono giorni in cui a Milano continua incessantemente a nevicare. Nevica anche quel giorno, si cerca di rimettere in sesto il campo come si può, ma continua a nevicare anche durante la partita e tutto diventa una distesa bianca e di melma.

In questo contesto Rivera soprattutto e Prati non riescono praticamente a giocare, gli scozzesi si schierano davanti al proprio portiere e sperano in contropiedi orchestrati da Johnstone. Ad andare ad un passo dal gol sarà solo Hamrin, che prende un palo di testa a colpo sicuro. Il match termina 0-0 e ci si gioca tutto in Scozia, in una partita che rimarrà epica.

12 marzo 1969, esattamente 50 anni fa, il Milan scende in campo al Celtic Park di Glasgow con tutti gli sfavori del pronostico. Il Celtic in casa è una macchina di vittorie e di gol e basa tutto su una furia atletica che travolge gli avversari. Rocco sa che dovrà subire tanto e schiera una squadra più difensiva del solito. Gioca con una sorta di 5-4-1 con Malatrasi libero accanto a Rosato, Maldera a sinistra e Scala invece di una seconda punta in avanti.

Doveva essere una partita di contenimento puro e così sarà, per tutti i 90 minuti. Ma al 12’ del primo tempo i rossoneri approfittano di un errore di controllo proprio del capitano McNeill, Prati è lì appostato, ruba palla, sguscia in velocità verso la porta e con il portiere Fallon in uscita lo sentenzia con un rasoterra sulla sua destra.

Da quel momento è assedio puro e tutti i tifosi milanisti che ricordano quella partita, non potranno mai dimenticare un grande protagonista, Fabio Cudicini, che in quell’incontro e nel turno successivo all’Old Trafford di Manchester, giocò così bene da conquistarsi il soprannome che in quel momento aveva solo il grande Lev Jascin, Ragno Nero.

Dopo quella grande vittoria, il Milan eliminò i detentori del titolo, gli inglesi del Manchester United, battuti a Milano per 2-0, per poi reggere altri 90 minuti folli, perdendo solo 1-0 in Inghilterra e arrivando così in finale al Santiago Bernabeu di Madrid contro l’Ajax. La sfida era incentrata sui due geni in campo, da una parte Rivera e dall’altra Crujiff. Non ci fu partita, Rivera la decise con tre assist pregevoli, il Milan vinse 4-1 e il suo 10 a fine anno vincerà anche il Pallone d’oro. Per i giovani olandesi non era ancora il proprio turno, ma ancora per poco.

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