La Penna degli Altri

Julio Cruz: “Ho scelto l’Inter perchè sapevo che vincere sarebbe stato speciale”

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( IL POSTICIPO di Simone Lo Giudice – Foto INTER.IT)

[…] Me ne sono occupato dopo aver smesso. Pensavo alle mucche. Era una bella cosa. Però se sei stato nel calcio per tanti anni, la cosa migliore è fare quello che hai sempre voluto. La fazenda rappresenta un momento della mia vita: ce l’ho ancora, ma non ci faccio caso. Poi io non sono fatto per la campagna. […]

[…] Ero molto giovane, avevo 20-21 anni. Era una partita molto sentita da parte nostra. La Juve dell’epoca era una squadra forte, aveva vinto la Champions e aveva grandissimi giocatori. C’è rammarico perché ci tenevamo tanto a quella partita. Mi dispiace. Avevamo voglia di portare la Coppa a Buenos Aires. […]

[…] Tutti i giocatori che arrivano in Europa fanno fatica ad inserirsi subito. Gli allenamenti sono differenti rispetto al Sud America. Per me non è stato difficile adattarmi al calcio olandese. Ho fatto fatica con la lingua. Mi ha aiutato l’allenatore Leo Beenhakker: parlava spagnolo, francese, portoghese, inglese e tedesco. Per me è stato molto importante capire quello che voleva da me. Al secondo anno abbiamo vinto lo scudetto. Avevo scelto il Feyenoord per questo: il club non vinceva il campionato da 10-15 anni. Per me è stata una doppia gioia: ho imparato dagli olandesi e ho vinto Eredivisie e Supercoppa olandese. […]

[…] Sì, l’ho sempre seguito perché c’era Maradona. Alla fine degli Anni ’80 in Argentina tutti guardavamo con passione il Napoli di Diego. […]

[…] Quando ho saputo che l’Inter mi voleva, tutti mi dicevano di cercare un’altra squadra. Al Bologna avevo fatto bene e mi volevano tante squadre. Ho scelto l’Inter perché c’era Cuper. Il 5 maggio 2002 avevo visto Lazio-Inter: i nerazzurri avevano perso uno scudetto all’ultima giornata in maniera molto strana, non ci volevo credere. Volevo andare all’Inter per fare qualcosa di buono. Sentivo che vincere lì sarebbe stato speciale. […]

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