Addio al grande campione: tifosi del Napoli sconvolti - Glieroidelcalcio.com (Image Photo Agency)
Addio al grande campione: tifosi del Napoli sconvolti - Glieroidelcalcio.com (Image Photo Agency)
Nel calcio, come nella vita, arriva sempre il momento in cui si chiude un cerchio. Anche per i più grandi. Non esistono eccezioni, scorciatoie o rinvii.
Il tempo, con la sua inesorabile avanzata, impone a ogni atleta di guardarsi dentro e riconoscere il momento esatto in cui è giusto fermarsi. A restare, però, sono le tracce indelebili lasciate sul campo, quelle giocate che infiammano i ricordi e che per anni diventano materia viva di racconti, discussioni e sogni. Napoli, città viscerale, calorosa, spesso tragica ma sempre autentica, ha imparato a scolpire nel cuore i propri idoli. E lo fa con una dedizione rara.
Perché se è vero che il fuoco della passione partenopea brucia in ogni angolo del Maradona, è altrettanto vero che solo pochi riescono davvero a diventarne parte. Alcuni si limitano a passare. Altri, invece, restano per sempre. E oggi la città si stringe in un grande abbraccio attorno all’addio di uno di questi. Un addio che profuma di nostalgia ma anche di gratitudine. Perché quando un campione lascia il calcio, non è solo la sua carriera che si ferma, si chiude anche una pagina collettiva, fatta di emozioni condivise, di gol urlati in una notte di Champions o di corse instancabili lungo la fascia. E in questa pagina, scritta a caratteri discreti ma profondissimi, c’è il nome di José Maria Callejon.
Con una frase essenziale ma carica di significato – “Noi ci giochiamo la vita e onoriamo la storia” – il Marbella ha ufficializzato l’addio al calcio di José Maria Callejon. Classe 1987, andaluso di nascita ma napoletano d’adozione, Callejon chiude una carriera vissuta all’insegna della dedizione e dell’intelligenza tattica. Un esterno atipico, meno fumo e più sostanza, capace di entrare nel cuore dei tifosi senza bisogno di proclami o esultanze eccessive. Arrivato a Napoli nell’estate del 2013, voluto da Rafa Benitez, fu parte di una vera e propria rivoluzione tecnica che portò sotto il Vesuvio anche nomi come Raul Albiol e Gonzalo Higuain.

In sette stagioni ha collezionato 349 presenze in azzurro, segnato 82 gol, conquistato due Coppe Italia (2014, 2020), una Supercoppa italiana (2014) e sfiorato uno scudetto storico nel 2018, quello dei 91 punti. Ma più delle statistiche, a restare impresse sono le sue scelte da uomo vero. Come nel 2020, quando rimase in rosa a titolo gratuito pur di portare a termine la stagione sconvolta dalla pandemia. Un gesto raro, in un calcio che spesso dimentica la parola “gratitudine”. Oggi Callejon si ritira senza clamori, come nel suo stile. Ma a Napoli nessuno lo dimenticherà. Perché José non è stato soltanto un esterno d’attacco. È stato un simbolo. Un volto pulito. Una maglia sudata con orgoglio e un pezzo di storia che resterà per sempre nel cuore della città.
