La verità sul campione (Reddit.it) -www.GliEroiDelCalcio.it
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Una dichiarazione incredibile su Michael Schumacher stravolge i tifosi. Nessuno si aspettava parole così forti.
Figure come quella di Michael Schumacher non hanno cambiato solo il mondo dello sport con il proprio talento. Sono anche la personalità e il carisma di un atleta a definire il suo impatto sullo sport e sopratutto, sulle persone che hanno lavorato con o contro di lui nel corso della stagione sportiva che lo ha visto affermarsi sette volte campione del mondo.
A Michael Schumacher sicuramente non è mai mancata la personalità, si vedeva nel modo in cui gestiva gli avversari in pista – memorabile il giorno in cui tentò di aggredire fisicamente David Coulthard al grido di “volevi uccidermi” a SPA – ma anche nel modo in cui gestiva i rapporti umani con i suoi colleghi. Molti piloti e ingegneri di Ferrari e Benetton hanno tanti aneddoti interessanti sul pluricampione del mondo da condividere.
Nessuno di noi però ha mai capito fino a dove potesse arrivare l'”aura” di Schumacher nel suo periodo migliore. Ce lo ha spiegato un tecnico che ha lavorato con lui durante gli anni d’oro a Ferrari sottolineando che forse, è proprio questo qualcosa in più a mancare a Leclerc ed Hamilton al giorno d’oggi. I tempi sono cambiati, vero, ma chissà se un pilota come Schumi potrebbe cambiare ancora le sorti di Ferrari.
Gino Rosato è una delle menti e delle braccia meno popolari dietro i successi di Maranello nel 2000. Eppure, senza di lui la squadra non avrebbe mai potuto arrivare all’olimpo della Formula Uno così spesso e con tale costanza: “Mi affidavano i lavori “sporchi”, quelli che nessuno voleva fare”, ha spiegato in un’intervista a Pit Stop l’ex meccanico di Maranello che si è definito un “riparatore” in più occasioni.

Se Gino operava dietro le quinte però, chi prendeva su di se il peso della popolarità e di affrontare le telecamere dei paparazzi era proprio Michael che più volte ha imposto il suo enorme carisma sui meccanici: “Se Schumi ci avesse detto di buttarci da un palazzo di venti piani, noi lo avremmo fatto“, ricorda con una iperbole il meccanico di Ferrari per far capire l’aura di quel pilota.
“Si prendeva cura di tutti e guidava il team attraverso il suo esempio. Quale pilota oggi potrebbe portare il suo team su un tetto e dirgli buttatevi, quanti lo farebbero?”, prosegue con il suo esempio forte ma calzante il meccanico. Insomma, il segreto dietro le vittorie del pilota tedesco non era solo il talento ma anche il suo ascendente innegabile sui compagni di scuderia. Roba di altri tempi, verrebbe da dire.
