Una vera e propria tragedia per Sinner dopo la finale (Foto Instagram - glieroidelcalcio.com)
Una vera e propria tragedia per Sinner dopo la finale (Foto Instagram - glieroidelcalcio.com)
Per Jannik Sinner una vera tragedia, una batosta che ha scosso il mondo del tennis subito dopo la finale degli US Open.
Jannik Sinner è ormai un punto di riferimento per il tennis italiano e mondiale. Giovane, determinato, capace di reggere la pressione dei palcoscenici più importanti, ha portato l’Italia là dove nessuno era riuscito prima. Infatti, essere arrivato al numero uno del ranking ATP ha significato entrare di diritto nella storia di questo sport.
Però, come accade a tutti i grandi campioni, il cammino non è mai lineare, e lo ha dimostrato la recente finale degli US Open persa contro Carlos Alcaraz. Un match intenso, ricco di colpi spettacolari, che alla fine ha premiato lo spagnolo, restituendogli il trono mondiale e facendo scivolare Sinner dal gradino più alto.
Il campione altoatesino non ha nascosto le sue difficoltà. Anzi, ha ammesso con grande onestà di avere ancora dei limiti da superare, aspetti sui quali dovrà lavorare nei prossimi mesi per diventare ancora più forte. Una presa di coscienza che dimostra maturità e che lo rende un modello di serietà anche nelle sconfitte. Eppure, poche ore dopo la finale, è arrivata quella che molti hanno definito una tragedia sportiva, con parole che hanno fatto discutere.
Alcuni tifosi, infatti, hanno usato toni eccessivi, parlando di disfatta e di catastrofe, come se la sconfitta di New York fosse stata un disonore invece che l’esito naturale di una battaglia equilibrata tra due fenomeni.

E qui entra in scena Paolo Bertolucci, ex campione e oggi voce autorevole di Sky, che ha voluto riportare il discorso su binari più lucidi e razionali. Secondo lui, non vi è alcuna tragedia nel perdere una finale come quella contro Alcaraz. Quando due campioni di questo livello si affrontano, basta davvero un dettaglio, un piccolo calo di rendimento, per cambiare il risultato. Bertolucci ha sottolineato che può bastare un 5% in meno di condizione fisica o mentale per spostare la bilancia a favore dell’avversario. E in questo caso è successo proprio così: due giganti si sono affrontati, ma la linea che separa la vittoria dalla sconfitta è stata sottilissima.
In effetti, fa sorridere chi oggi parla di tragedia. Lo sport, senza ombra di dubbio, è fatto di vittorie e di sconfitte, e chi conosce la fatica di arrivare in una finale di uno Slam sa che non c’è nulla di vergognoso nell’uscire battuti da un duello contro Alcaraz. Sinner ha perso, certo, ma resta tra i migliori al mondo, e a soli ventiquattro anni ha già dimostrato di avere il talento, la forza mentale e la voglia di crescere per tornare più forte. Per questo le critiche esagerate lasciano il tempo che trovano: non siamo davanti a un dramma, ma all’ennesimo capitolo di una carriera che promette ancora emozioni straordinarie.
