Ancora doping, Sinner non ne può più: terremoto nel tennis - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Ancora doping, Sinner non ne può più: terremoto nel tennis - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
A pochi giorni dall’esordio asiatico nei China Open, Sinner deve nuovamente fare i conti con il doping e con il Clostebol: terremoto clamoroso nel tennis.
Mancano ormai pochi giorni al via dei China Open, appuntamento cruciale nella corsa di Jannik Sinner verso la vetta del ranking mondiale. L’altoatesino si sta preparando al meglio per affrontare la tournée asiatica che lo vedrà protagonista anche al Masters 1000 di Shanghai, due tappe decisive per rilanciarsi dopo la sconfitta agli US Open contro Carlos Alcaraz. Una finale persa che brucia ancora e che, complice la perdita della leadership mondiale, rende ancor più pressante la voglia di rivincita. Ma se sul campo il lavoro procede con intensità, lontano dal rettangolo di gioco si moltiplicano i tentativi di destabilizzare un percorso che negli ultimi due anni ha reso Sinner il simbolo del tennis italiano. È come se, ogni volta che il ragazzo di San Candido si allontana dalle luci dei riflettori, riaffiorasse lo spettro del Clostebol, sostanza che lo aveva costretto a tre mesi di stop forzato tra febbraio e maggio.
Questa volta a parlare non è stato un personaggio controverso come Nick Kyrgios o un nome esterno al circuito come Federica Pellegrini, ma un’icona assoluta della racchetta: Bjorn Borg. Nel pieno del lancio della sua autobiografia, l’ex numero uno del mondo ha sollevato nuovi dubbi sulla doppia positività di Sinner, alimentando un polverone mediatico che ha inevitabilmente rievocato i fantasmi del passato. Un tempismo che non è piaciuto a molti addetti ai lavori, convinti che ripescare il caso doping a mesi di distanza significhi solo provare a minare la serenità di un campione che ha già pagato con una squalifica ufficiale e che, sul campo, ha dimostrato di saper reagire alla grande con due Slam vinti nel 2025.
Il più duro nelle reazioni è stato Dario Puppo, voce nota del commento tennistico, che sui social ha scritto senza giri di parole: “Povero Borg, che per qualche copia in più venduta della sua nuova biografia, si riduce ad attaccare Sinner o quanto meno sollevare dubbi, super fuori tempo massimo! Argomenti: doppia positività e il ritorno di Ferrara”. Parole nette, che raccontano bene il malumore di chi vede in queste uscite una mossa di marketing più che un contributo costruttivo al dibattito sportivo. Sinner, dal canto suo, non ha replicato: la strategia resta come sempre quella del silenzio e del lavoro, consapevole che solo i risultati sul campo possono cancellare definitivamente le ombre.

Eppure, il tema resta caldo. A inizio anno Sinner aveva concordato con la WADA una squalifica di tre mesi, accettata e scontata senza polemiche. Un periodo che, ironia della sorte, pesa ancora oggi sulla sua classifica: se non avesse saltato i tornei primaverili, forse la leadership mondiale non sarebbe sfumata proprio nella settimana degli US Open. La sconfitta con Alcaraz a New York ha certificato la perdita del primato, ma non ha intaccato la convinzione di poterci tornare presto. Le prossime settimane in Cina saranno decisive: il campo dirà se davvero il passato può restare tale, mentre fuori dal campo il rumore continua.
