Tennis sconvolto, Sinner umiliato in pubblico: c'entra Alcaraz - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Tennis sconvolto, Sinner umiliato in pubblico: c'entra Alcaraz - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Dopo l’avvio convincente di Shangai, per Sinner arriva l’ennesimo momento delicato. L’azzurro deve rispondere all’ennesimo attacco pubblico.
Jannik Sinner aveva iniziato a brillare a Shanghai, dove ha superato con autorità Altmaier, ma poi ha dovuto fare i conti con Tallon Griekspoor , o meglio con i guai fisici che lo hanno costretto al ritiro nel terzo set. Il numero 2 del mondo era apparso in fiducia, consapevole di avere una grande opportunità in un torneo che ha già salutato nomi illustri: fuori Casper Ruud, eliminato a sorpresa, e fuori anche Ben Shelton, battuto da un ispirato Goffin. La corsa verso la finale, almeno sulla carta, sembrava dunque più accessibile per l’azzurro, che in caso di successo avrebbe potuto difendere i 1000 punti dello scorso anno e accoricare il divario in classifica con l’assente Carlos Alcaraz, fermo ai box dopo il titolo di Tokyo per un problema alla caviglia.
Nel tabellone erano rimasti comunque avversari di altissimo livello, a partire da Novak Djokovic, che ha faticato più del previsto al debutto, e da Alexander Zverev, apparso in crescita ma ancora alle prese con piccoli acciacchi fisici. A completare il quadro, un tocco d’Italia ulteriore: Lorenzo Musetti e Luciano Darderi si affronteranno in un derby tutto tricolore che garantirà la presenza di almeno un azzurro negli ottavi. Il clima di Shanghai, molto più caldo e umido rispetto a Pechino, ha costretto molti giocatori ad adattarsi in fretta, con campi leggermente più rapidi ma sempre più lenti rispetto ai tornei nordamericani. E proprio qui nasce la polemica che rischia di accendere il dibattito nel circuito, nonostante Sinner abbia già dovuto abbandonare la terra cinese.
È stato Alexander Zverev a scuotere l’ambiente, parlando senza mezzi termini di “uniformità forzata” delle superfici voluta dai direttori dei tornei per favorire i giocatori dal tennis più regolare e continuo, come Sinner e Alcaraz. Se mi piace l’uniformità delle superfici? No, è qualcosa che detesto. E so che i direttori dei tornei stanno andando in quella direzione perché ovviamente vogliono che Jannik e Carlos vadano bene in ogni torneo – ha dichiarato il tedesco dopo la sua vittoria d’esordio a Shanghai, riaccendendo un tema caldo. Zverev non è il primo a sollevare il problema: già qualche settimana fa, dopo la Laver Cup, anche Roger Federer aveva espresso perplessità simili, sottolineando come “il tennis moderno rischi di perdere identità se ogni torneo diventa simile all’altro”.

In effetti le superfici, un tempo molto diverse tra loro, si stanno progressivamente uniformando, rendendo meno marcate le differenze tra cemento, terra e indoor. Per alcuni, questo garantisce equilibrio e spettacolo continuo; per altri, invece, toglie varietà e favorisce chi basa il proprio gioco sulla regolarità e sulla pressione da fondo campo – proprio come Sinner e Alcaraz. Le parole di Zverev hanno inevitabilmente diviso l’ambiente: tra chi parla di “scuse preventive” e chi, invece, intravede una reale deriva tecnica. Intanto, a Shanghai, la risposta più eloquente resta quella del campo, perché Sinner ha continuato a vincere e, per ora, sembra che solo gli infortuni siano riusciti a fermarlo (Alcaraz a parte).
