Sinner, la verità nascosta gela il tennis: Federer furibondo - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Sinner, la verità nascosta gela il tennis: Federer furibondo - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Tra pochi giorni Sinner e Alcaraz torneranno in campo, ma intanto emerge una verità che non farà felice Roger Federer: uno smacco in piena regola.
Archiviata la delusione per il ritiro a Shanghai, Jannik Sinner è pronto a tornare in campo nel Six Kings Slam, dove affronterà Stefanos Tsitsipas in un match che vale molto più dell’esordio stagionale nel nuovo circuito d’élite. Il forfait in Cina – dovuto a un fastidio muscolare che ha compromesso la corsa al primato nel ranking mondiale – non ha scalfito la sua concentrazione, né la consapevolezza di poter chiudere l’anno da protagonista. Sinner si è allenato in queste settimane a Montecarlo, con l’obiettivo di ritrovare ritmo e brillantezza. Eppure, intorno al suo nome (e a quello di Carlos Alcaraz) continua a girare una polemica che ha infiammato il circuito: quella sulla velocità dei campi. Tutto è nato da un’osservazione di Roger Federer, che durante la Laver Cup aveva lasciato intendere che molti tornei stessero rendendo deliberatamente più lente le superfici per favorire giocatori come Sinner e Alcaraz, dotati di grande resistenza e precisione da fondo campo.
I direttori dei tornei – aveva detto Federer – sanno che un campo lento garantisce più scambi e più spettacolo, ma anche maggiori possibilità che i migliori arrivino in fondo.
Una teoria che ha trovato sponda in Alexander Zverev, il quale a Shanghai ha ribadito che “gli organizzatori vogliono che Jannik e Carlos facciano bene in ogni torneo”, aggiungendo che ormai non c’è più varietà tra le superfici. Ma la realtà, a quanto pare, è molto diversa. Se Federer e Zverev sospettano un disegno per favorire i nuovi dominatori del tennis mondiale, i numeri raccontano una storia differente. E a quanto sembra, Sinner ha dalla sua proprio i dati che potrebbero ribaltare completamente la narrazione.
Gli studi condotti da L’Équipe e pubblicati durante il Masters 1000 di Shanghai mostrano un quadro opposto rispetto alle teorie di Federer e Zverev. Il cosiddetto Court Pace Index (CPI) – l’indice che misura la velocità delle superfici basandosi su attrito e restituzione verticale – rivela che, negli ultimi dieci anni, la maggior parte dei tornei sul cemento ha visto un aumento, non una diminuzione, della rapidità dei campi. A Shanghai, è vero, la superficie è stata più lenta rispetto al 2024: il CPI è sceso da 40.8 a 32.8, una differenza notevole di circa 8 punti. Ma si tratta di un’eccezione, non della regola. Infatti, il Masters di Miami è passato da 35.5 a 40.7, con un incremento di oltre 5 punti; Cincinnati è salito da 42.5 a 43, mentre il torneo del Canada (alternato tra Toronto e Montreal) ha registrato una crescita ancora più significativa: da 37.8 a 44.6. Persino Indian Wells, spesso accusato di essere il torneo più lento del circuito, ha avuto variazioni altalenanti: dopo il picco di 36.9 del 2024, è sceso a 30.9 nel 2025, ma resta comunque più veloce rispetto al 2016, quando registrava un modesto 30.0.

Solo Shanghai mostra una tendenza al rallentamento costante – da 44.1 nel 2016 agli attuali 32.8 – ma è un’eccezione isolata nel panorama dei Masters 1000. Tutti gli altri eventi sul cemento, nel complesso, hanno accelerato le superfici. Questi dati, incrociati con il Court Pace Rating (CPR) che elimina le variabili ambientali (umidità, temperatura, altitudine), confermano che il tennis moderno non è affatto più lento, ma più omogeneo e dinamico. Le parole di Federer, dunque, appaiono più come un’analisi nostalgica che come una verità oggettiva. I campi, oggi, non favoriscono Sinner e Alcaraz: semplicemente riflettono un tennis globale che cambia, dove la potenza e la resistenza convivono. E ora che Jannik Sinner è pronto a tornare in campo, il modo migliore per rispondere alle accuse non sarà una conferenza stampa, ma un’altra lezione di tennis, fatta di ritmo, coraggio e numeri.
