"E' finita": l'annuncio spacca la Juve e gela i tifosi - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
"E' finita": l'annuncio spacca la Juve e gela i tifosi - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Essere della Juventus non è mai facile, ma in bianconero sono troppi i giocatori che non si sono ancora ambientati. L’annuncio ha gelato la Juventus.
La Juventus continua a vivere una stagione di luci e ombre, in cui il potenziale della rosa fatica a tradursi in risultati convincenti. Al di là dell’esito del match contro il Como, che ha aggravato ancora di più la situazione dopo il 2-0 lariano, ciò che preoccupa è l’assenza di una vera identità di gioco, un tema che accompagna la squadra ormai da settimane. L’avvio di campionato era stato incoraggiante, con un paio di vittorie convincenti e la porta inviolata, ma la striscia di pareggi consecutivi e le difficoltà nel trovare continuità hanno nuovamente acceso i riflettori sulla gestione di Igor Tudor. Il tecnico croato si trova a guidare un gruppo che appare ancora distante dal concetto di squadra compatta e armonica che aveva promesso di costruire. La manovra è discontinua, le connessioni tra reparti spesso fragili, e la sensazione è che manchi ancora una leadership forte in campo. I nuovi acquisti, da Jonathan David a Lois Openda, passando per il rientrante Francisco Conceicao, non sono ancora riusciti a imporsi come ci si attendeva. In particolare, il peso offensivo della Juventus rimane inferiore rispetto alle rivali dirette: l’Inter di Cristian Chivu ha già mostrato un gioco corale e moderno, mentre i bianconeri sembrano procedere a strappi, senza una direzione precisa.
Il DG Damien Comolli è finito nel mirino di una parte dei tifosi, che contestano alcune scelte estive e, più in generale, la mancanza di continuità con il progetto tecnico degli anni scorsi. Anche l’eredità di Cristiano Giuntoli viene discussa, soprattutto in relazione all’investimento su Teun Koopmeiners, finora altalenante. La Juventus, storicamente abituata a gestire la pressione e a reagire nei momenti difficili, oggi appare vulnerabile e in cerca di certezze. E proprio un grande ex bianconero, Matthijs De Ligt, ha spiegato con lucidità cosa significhi convivere con un contesto tanto esigente.
Le parole di Matthijs De Ligt, oggi al Manchester United, ma con un passato importante in bianconero, riassumono perfettamente il peso e le aspettative che accompagnano chi veste la maglia della Juventus. Arrivato nel 2019 dall’Ajax per 75 milioni di euro, il difensore olandese ha vissuto tre stagioni intense a Torino, collezionando 117 presenze e vincendo una Supercoppa Italiana, una Coppa Italia e uno Scudetto. Tuttavia, come lui stesso ha raccontato, l’impatto non fu semplice: “Quando vai alla Juventus per 75 milioni di euro, con tutte quelle aspettative, è finita: non puoi commettere errori. È normale diventare più ansioso. Sei giovane e a volte è difficile, perché non sei abituato a quella pressione. È sempre facile giudicare dall’esterno, ma alla fine siamo tutti esseri umani”.

De Ligt ha poi spiegato come l’esperienza in Italia lo abbia cambiato: “Quando hai 19 anni e raggiungi certi traguardi, come vincere il Golden Boy o entrare nella squadra dell’anno, la gente pensa che continuerai sempre solo a crescere. All’Ajax andavo d’istinto, ma alla Juventus ho capito che dovevo ragionare di più. All’inizio ho avuto tanti problemi, ma quell’esperienza mi ha insegnato moltissimo”. Un racconto che oggi trova eco nella Juventus di Tudor, dove diversi giovani e nuovi innesti stanno affrontando proprio quella stessa pressione: un ambiente che pretende subito risultati, che non perdona gli errori e che può pesare anche sui giocatori più esperti. De Ligt, con le sue parole, offre una chiave di lettura preziosa per comprendere quanto sia difficile calarsi nella realtà bianconera: un club dove vincere non è un obiettivo, ma un obbligo.
