Slam a rischio per Sinner (Foto IG @eurosportitalia - glieroidelcalcio.com)
Slam a rischio per Sinner (Foto IG @eurosportitalia - glieroidelcalcio.com)
Jannik Sinner scuote il mondo del tennis con dichiarazioni forti: per qualcuno ha esagerato e gli Australian Open sarebbero a rischio.
C’è aria di tensione nel tennis internazionale, e stavolta al centro della scena c’è proprio lui, Jannik Sinner. Il campione azzurro, impegnato in questi giorni al Master di Parigi, ha deciso di non restare più in silenzio.
Le sue parole, pronunciate con la solita calma che lo contraddistingue ma con una chiarezza disarmante, stanno facendo il giro del mondo. Alcuni, addirittura, temono che il suo sfogo possa avere ripercussioni importanti, al punto da mettere in discussione la sua partecipazione agli Australian Open, il primo Slam della prossima stagione.
Sinner, infatti, non si è limitato a una semplice dichiarazione di principio. Ha colpito dritto al cuore di un sistema che, secondo lui e molti altri giocatori, va profondamente rivisto. Da tempo, tra i tennisti e gli organizzatori dei tornei del Grande Slam, si discute di questioni fondamentali come il montepremi, la trasparenza nella gestione dei fondi e il benessere degli atleti. Ma, a quanto pare, i risultati di queste conversazioni sono stati scarsi.
“Abbiamo avuto ottime conversazioni con i tornei del Grand Slam al Roland Garros e a Wimbledon. Quindi è stato deludente quando hanno detto che non potevano dare seguito alle nostre proposte fino a quando non fossero state risolte altre questioni”, ha raccontato Sinner in un’intervista esclusiva rilasciata al The Guardian.

Parole che lasciano poco spazio all’interpretazione e che fanno capire quanto la frustrazione sia arrivata a un punto di rottura. “Il calendario e la programmazione sono argomenti importanti”, ha aggiunto l’altoatesino, “ma nulla impedisce ai tornei del Grande Slam di affrontare subito le questioni relative al benessere dei giocatori, come l’assistenza sanitaria.” Una frase che, senza ombra di dubbio, mette a nudo uno dei problemi più seri del tennis moderno: la distanza crescente tra chi organizza e chi scende in campo.
Non è la prima volta che i tennisti chiedono maggiore equità e trasparenza. I circuiti ATP e WTA da anni lamentano una gestione sbilanciata, dove i quattro tornei più prestigiosi del mondo — Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open — generano profitti enormi ma non sempre condividono equamente i ricavi con i protagonisti. Anche il tema del calendario resta caldo, con stagioni sempre più lunghe e pochi spazi di recupero per gli atleti, costretti a giocare quasi ininterrottamente per mantenere il ranking.
Sinner, che solitamente evita le polemiche, stavolta ha scelto di esporsi. E lo ha fatto con la consapevolezza di rappresentare un’intera generazione di tennisti. Non è un caso che le sue parole siano accolte con grande attenzione anche da colleghi e addetti ai lavori. Dopotutto, la sua voce oggi pesa quanto quella di chiunque nel circuito.
In fondo, il messaggio è chiaro: il tennis non può continuare a ignorare il benessere dei propri protagonisti. E se persino uno come Sinner, sempre misurato e concentrato solo sul gioco, arriva a parlare apertamente di delusione e mancanza di rispetto, vuol dire che qualcosa, davvero, deve cambiare.
