Jannik Sinner impietrito dinanzi alle parole dprima della finale (Foto IG @janniksin - glieroidelcalcio.com)
Jannik Sinner impietrito dinanzi alle parole dprima della finale (Foto IG @janniksin - glieroidelcalcio.com)
Jannik Sinner praticamente asflatato da Alcaraz prima delle finale alle ATP Finals di Torino, la frase non lascia dubbi.
A Torino l’aria è elettrica e il pubblico freme, però qualcosa ha iniziato a stonare già nelle prime battute del torneo. Jannik Sinner, che solo poche settimane fa sembrava pronto a blindare il primato mondiale, si è ritrovato improvvisamente a inseguire di nuovo.
La sconfitta contro Carlos Alcaraz di Musetti ha riportato lo spagnolo sulla vetta del ranking ATP, cosa del resto già preventivata abbondantemente. Ma non è questo a lasciare impietriti i tifosi di Jannik ma, bensì, alcune dichiarazioni arrivate in queste ore.
A caldo è facile dire che si tratta solo di tennis, eppure la storia ha preso una piega inaspettata quando Massimo Cacciari, filosofo e grande appassionato di questo sport, ha deciso di commentare la sfida da una prospettiva insolita. Ospite del programma Un Giorno da Pecora su Rai Radio1, Cacciari ha risposto alle domande di Giorgio Lauro con una spontaneità quasi sorprendente, accostando lo stile dei due tennisti al linguaggio politico contemporaneo. Senza girarci troppo intorno, ha introdotto un parallelo che ha subito acceso la curiosità degli ascoltatori chiedendosi chi, tra Alcaraz e Sinner, potesse essere considerato più di sinistra. E la sua risposta non ha lasciato spazio a dubbi, almeno nel suo immaginario.

Secondo il filosofo lo spagnolo incarna un modo di giocare che gli ricorda una sinistra giovane, creativa, ironica, capace di sorprendere e di adattarsi alle situazioni come un artista che improvvisa. Alcaraz, infatti, sprigiona quell’inventiva che esce dagli schemi, quel modo di muoversi leggero e allo stesso tempo incisivo, quasi a dimostrare che la potenza non è solo forza bruta ma anche capacità di osare. Sinner invece, sempre nelle parole di Cacciari, ricorda più un carrarmato, un atleta che avanza senza troppe concessioni alla fantasia, con un tennis solido e metodico, costruito sulla precisione e sul lavoro costante.
Il giudizio potrebbe sembrare sbilanciato, però Cacciari non ha mancato di difendere l’altoatesino quando la discussione è scivolata sulla Coppa Davis. Ha spiegato con naturalezza che i tempi sono cambiati e che il prestigio della competizione non è più quello di un tempo dopo la riforma che l’ha trasformata in qualcosa di meno epico. Per questo, ha detto, Sinner ha fatto bene a prendersi una pausa , perché ogni atleta ha bisogno di scegliere quando ricaricare le energie e quando gettarsi nella mischia.
