Allarme Napoli, l'annuncio è una mazzata: "Sei mesi di stop" - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Allarme Napoli, l'annuncio è una mazzata: "Sei mesi di stop" - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Per Antonio Conte è arrivata una doccia fredda che ha fatto dimenticare subito la gara contro il City. Il rischio inatteso sono ben sei mesi di stop
A Napoli, anche se scaramanticamente pochi lo dicono ad alta voce, il pensiero corre inevitabilmente a ciò che è stato e a ciò che potrebbe essere. La vittoria dello scudetto nel 2025 ha riportato i partenopei sul tetto d’Italia e ha acceso un desiderio che va oltre la conferma: perché non provare a spingersi oltre, inseguendo un traguardo quasi utopico come il triplete? Parlare oggi di una simile impresa è certamente prematuro, ma l’avvio di stagione alimenta le fantasie. La mano di Antonio Conte è già evidente: organizzazione, spirito di sacrificio e un gioco che, pur non sempre scintillante, sa essere tremendamente efficace. I nuovi innesti si sono calati nel contesto con sorprendente rapidità, regalando alternative preziose in ogni reparto. Ma tra i tanti volti nuovi, uno in particolare ha attirato l’attenzione generale: Rasmus Hojlund.
Il danese, strappato al Manchester United dopo una lunga e puntigliosa trattativa, sembra aver ritrovato quella freschezza e quella cattiveria che avevano fatto innamorare i tifosi dell’Atalanta. La rete realizzata alla Fiorentina ha dato un assaggio del suo potenziale e, soprattutto, ha offerto a Conte una certezza importante in un momento delicato. Perché se l’entusiasmo attorno a Hojlund cresce di settimana in settimana, dall’altra parte dell’attacco c’è un’ombra che non si dissolve.
La grande preoccupazione del Napoli ha infatti un nome ben preciso: Romelu Lukaku. L’attaccante belga, arrivato con l’etichetta di partner ideale per completare il pacchetto offensivo, è fermo ai box a causa della lesione al retto femorale rimediata ad agosto. Lo staff medico ha parlato di tre mesi per il recupero, ma la realtà potrebbe essere più complessa. A gettare ulteriori dubbi sulle tempistiche è stato Pierpaolo Marino, ex dirigente dell’Udinese, che ha voluto fare un parallelismo con un caso del passato: “Ho avuto un attaccante che ha avuto l’infortunio di Lukaku e ci ha messo sei mesi per recuperare, lui si operò e il giocatore in questione è stato Beto. Ovvio che la strategia operatoria incide sul recupero”.

Parole che suonano come un campanello d’allarme non da poco per Conte e per tutto l’ambiente azzurro. Perché se da un lato l’ottimismo porta a pensare a un ritorno di Lukaku dopo la sosta di novembre, dall’altro l’esperienza di casi simili invita alla prudenza. La differenza, come ricordato da Marino, la farà la scelta terapeutica: gestione conservativa o intervento chirurgico. Nel frattempo, il Napoli si affida a Hojlund e a Lorenzo Lucca per non abbassare il livello competitivo, con la consapevolezza che il percorso verso i grandi sogni passa anche dalla gestione delle emergenze. E quella che riguarda Lukaku rischia di essere la più delicata di tutte.
