Anche Sinner ha il suo lato oscuro: vendetta senza scrupoli - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Anche Sinner ha il suo lato oscuro: vendetta senza scrupoli - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Abituato a uscite sempre misurate e fredde, senza mai scadere nell’attrito o nella polemica, anche Jannik Sinner ha un suo lato oscuro. La vendetta è un piatto che va servito freddo, ma anche con eleganza.
Il Masters 1000 di Cincinnati non è mai stato un torneo qualsiasi per Jannik Sinner. Il numero uno del mondo si presenta in Ohio con una doppia missione: difendere il titolo conquistato lo scorso anno e provare a scrivere un nuovo capitolo della sua carriera e della storia recente del tennis. Vincere ancora qui significherebbe eguagliare Roger Federercome uno dei pochi tennisti capaci di trionfare per due anni consecutivi in questo prestigioso evento. Ma c’è di più. Cincinnati è anche il luogo dove, dodici mesi fa, esplose il caso Clostebol che travolse mediaticamente l’altoatesino, costringendolo a settimane di spiegazioni, difese e inevitabili strascichi di polemiche. Archiviata la vicenda dal punto di vista sportivo e disciplinare, il torneo statunitense resta però una sorta di spartiacque emotivo. Tornare a vincere qui equivarrebbe a dare un segnale forte: un calcio metaforico al passato burrascoso, un modo per dire che il presente è fatto di risultati, non di accuse.
Il destino, con la consueta ironia, ha voluto che agli ottavi di finale il tabellone gli mettesse di fronte Adrian Mannarino, uno dei volti più noti e discussi del circuito, ma soprattutto uno dei giocatori che in passato non ha risparmiato parole dure proprio su quella vicenda. Sul piano tecnico, il confronto vede Sinner avanti 3-0 nei precedenti: da Sofia 2020 a Indian Wells 2023, passando per Montreal 2022, l’azzurro ha sempre avuto la meglio, pur dovendo spesso affrontare un avversario ostico e capace di interpretare le partite con intelligenza tattica.
Non è un segreto che Adrian Mannarino sia stato tra i tennisti più critici nei confronti di Jannik Sinner dopo lo scoppio del caso Clostebol. In una diretta telefonica a RMC Sport, il francese aveva espresso senza mezzi termini la propria opinione: “Non credo più a Babbo Natale, se c’è chi vuole crederci, può farlo, ma non è proprio il mio genere. Sono disposto a concedergli il beneficio del dubbio, ma è comunque molto sorprendente perché nell’ultima stagione ci sono stati due test positivi sui 300 migliori al mondo e gli unici due positivi sono stati Sinner e Swiatek. Quindi io posso anche capire che inavvertitamente qualcuno possa prendere la pillola sbagliata o la vitamina cattiva, ma comunque rimane tutto molto sorprendente per me”.

Parole pesanti, che avevano fatto il giro del circuito e trovato eco anche fuori dal mondo del tennis, ben più gravi di quelle – ormai note – rilasciate più volte da Federica Pellegrini. Per Sinner, l’incrocio agli ottavi di Cincinnati contro il francese non è stata soltanto una sfida per proseguire la corsa verso il titolo, ma anche un’occasione per servire una vendetta simbolica sul campo. La vittoria in due set per 6-4, 7-6 ha rispedito a casa il francese e ha ribadito ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la freddezza e la costanza di Re Jannik.
