La Penna degli Altri

Buon compleanno a Zi’ Checco, il custode di Campo Testaccio

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La custodia di Campo Testaccio era nelle mani di due personaggi entrati nella leggenda: Zi’ Checco Martucci e la moglie, la Sora Angelica. Dal 1919 erano guardiani del campo dell’Alba: Ulisse Igliori li portò alla Roma dove continuarono ad occuparsi del Motovelodromo Appio, lo stadio nel quale giocava l’Alba Audace e, quindi, la Roma. Proseguirono la loro attività a Campo Testaccio, dove avevano la loro casetta che si affacciava sul terreno di gioco. Nel giorno dell’inaugurazione fecero naturalmente gli “onori di casa” insieme ad Italo Foschi, Renato Sacerdoti e tutti i personaggi importanti: in quella occasione Zi’ Checco indossava addirittura la giacca ed una cravatta che sembrava strozzargli il collo.

Nato il 16 gennaio 1862, centosessant’anni fa, Zi’ Checco era già “anziano” per cui le sue mansioni si limitavano all’apertura e chiusura del portone di ingresso ed alla “manutenzione” di palloni, scarpini ed altri “attrezzi” del mestiere. Folti baffoni stampati sul viso paffuto, severo nei modi ma dal cuore tenero. Era, insomma, “un pezzo de Roma che stava là e nun se poteva smove”, seduto sempre sulla sua sedia di legno. Era anche esperto di giocatori e per i tifosi faceva parte della Roma stessa, per cui in caso di sconfitta anche lui riceveva la sua parte di insulti.

La moglie, la minuta ma leggendaria “Sora Angelica”, nata l’8 gennaio 1864, era invece una vera e propria forza della natura: si occupava di rammendare, lavare e stendere le divise di gioco e preparava teglie di pizza per i giocatori, che venivano accompagnate dal vino offerto da Zi’ Checco.

“Quasi più largo che lungo… Per amor di contrasto il Buon Dio gli ha dato per compagna la Sora Angelica… Lui sopra i cento chili, lei sotto i cinquanta: tutt’e due assommano nientemeno che 140 anni e possono affermare, senza timore di smentita, di aver tenuto a battesimo lo sport e gli sportivi romani. Nella Roma sono un’istituzione: una bella istituzione, possono dire i giocatori, che sanno di trovare in Zi’ Checco e nella Sora Angelica un’assistenza affettuosa, paterna.” (da un articolo del “Littoriale” del 22 ottobre 1932 citato da Massimo Izzi nel libro “L’A.S. Roma dalla A alla Z”).

Zi’ Checco e Sora Angelica: gli “angeli tuttofare” di Campo Testaccio, due monumenti nella Storia della Roma.

AIRC1971 – Pasquale Musmanno

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