Calcio sconvolto, morto l'allenatore della big: squadra devastata - Glieroidelcalcio.com (Pixabay)
Calcio sconvolto, morto l'allenatore della big: squadra devastata - Glieroidelcalcio.com (Pixabay)
Non è mai facile digerire un dolori così grande, nella vita come nello sport. L’addio dell’allenatore ha devastato la squadra e tutto il mondo del calcio.
Ci sono figure che non appartengono solo alle squadre che hanno allenato, ma a tutto il mondo del calcio. Persone che, con la loro umanità e la loro dedizione, riescono a lasciare un’impronta che va oltre i risultati, oltre i trofei, oltre i numeri. Quando uno di loro se ne va, il dolore attraversa confini e lingue, perché chi ama il calcio sa riconoscere il valore di chi ha saputo dare tutto per questo sport. Negli ultimi anni, purtroppo, il mondo del pallone ha dovuto dire addio a grandi tecnici che hanno lasciato un’eredità profonda. Da Sinisa Mihajlovic, simbolo di coraggio e determinazione, a Sven-Goran Eriksson, il gentiluomo del calcio europeo, fino ad Aldo Agroppi, voce schietta e cuore toscano, testimone di un calcio d’altri tempi.
Ognuno di loro ha rappresentato un modo diverso di vivere la panchina: chi con la forza della resilienza, chi con l’eleganza delle idee, chi con la passione più pura. Ma tutti accomunati da un denominatore comune: l’amore viscerale per il gioco. E oggi, ancora una volta, il calcio piange. Piange un allenatore che con la sua umiltà e il suo carisma ha costruito una carriera luminosa, fatta di vittorie, emozioni e rispetto. Una figura che ha incarnato l’essenza del calcio argentino, quello autentico, quello della Bombonera che vibra e trema, quello che non si dimentica mai. Un uomo che fino all’ultimo ha vissuto per la sua squadra, circondato dall’affetto di giocatori, tifosi e colleghi.
È Miguel Angel Russo, storico allenatore del Boca Juniors, l’uomo che il mondo del calcio piange oggi. Si è spento a 69 anni, dopo un periodo di gravi problemi di salute che lo avevano costretto al ricovero in prognosi riservata. Le sue condizioni si erano aggravate nelle ultime ore, e nonostante le cure del suo team medico e lo sforzo dello staff sanitario del club, il cuore di Miguel ha smesso di lottare. La notizia è stata annunciata dallo stesso Boca Juniors con un comunicato intriso di emozione: “Il Club Atlético Boca Juniors annuncia con profonda tristezza la scomparsa di Miguel Ángel Russo. Miguel lascia un segno indelebile nella nostra istituzione e sarà sempre un esempio di gioia, calore e impegno. Accompagniamo la sua famiglia e i suoi cari in questo momento di dolore. Addio, caro Miguel!”.

Russo era molto più di un tecnico: era un simbolo di appartenenza, una guida che aveva saputo trasmettere ai suoi uomini la mentalità vincente del Boca. Durante la sua carriera aveva conquistato trofei prestigiosi, tra cui la Copa Libertadores del 2007, proprio con gli xeneizes, e aveva allenato numerose squadre in Argentina e all’estero, sempre con la stessa passione e umiltà. L’ultima vittoria del Boca, un netto 5-0 sul Newell’s, gli era stata dedicata dal suo vice Claudio Ubeda, che in sala stampa aveva detto: “Gli vogliamo molto bene, vogliamo che guarisca presto e gli auguriamo il meglio”. Parole che oggi suonano come un saluto commosso a un uomo che ha dato tutto per i suoi colori. Miguel Angel Russo lascia un vuoto enorme, ma anche una lezione che resta: nel calcio, come nella vita, contano i valori, la dedizione e la capacità di restare se stessi.
