Federico Dimarco una tragedia per lui impossibile da dimenticare (Foto IG @federicodimarco - glieroidelcalcio.com)
Federico Dimarco una tragedia per lui impossibile da dimenticare (Foto IG @federicodimarco - glieroidelcalcio.com)
Federico Dimarco, bandiera dell’Inter campione d’Italia, è la prova che dietro la gloria si nascondono spesso tragedie.
Quando si pensa a un calciatore come Dimarco, la mente corre veloce agli applausi di San Siro, ai cross precisi, ai gol pesanti, al tatuaggio dell’Inter inciso nel cuore prima ancora che sulla pelle. Uno di quelli che ce l’ha fatta partendo da lontano, cresciuto con addosso i colori nerazzurri e poi diventato simbolo di una squadra tornata a vincere.
Ma il calcio, come la vita, non è sempre luce. Anzi, spesso la parte più vera è quella che non si vede, che resta nascosta dietro i riflettori. E la storia di Federico Dimarco, seppur fatta di successo, racconta anche questo.
Perché prima del trionfo, prima dello scudetto, prima dell’orgoglio di essere uno dei pilastri dell’Inter, c’è stato un tempo in cui Federico ha pensato seriamente di mollare tutto. Era giovane, promettente, ma le cose non giravano. Non giocava, a volte non veniva nemmeno convocato. I mesi passavano e con loro anche la fiducia. “Avevo pensato di smettere”, ha raccontato lui stesso qualche tempo fa. E detto da uno che oggi è considerato un punto fermo della nazionale e dell’Inter, fa un certo effetto.

Eppure, il dolore più grande non ha nulla a che fare col pallone. Non si misura in minuti giocati o in trofei vinti. Perché ci sono momenti in cui la vita ti colpisce forte, senza preavviso. Federico e la sua compagna stavano aspettando un figlio, il loro primo. Doveva arrivare prima di Nicholas e Chloe, i due bambini che oggi riempiono le giornate della famiglia Dimarco. Ma quel bambino non è mai nato. Una perdita devastante, difficile anche solo da nominare, figurarsi da elaborare. Un dramma che molte coppie conoscono, ma che pochi riescono a raccontare. Lui lo ha fatto, con delicatezza e verità.
E allora tutto prende una piega diversa. Le partite, le vittorie, le sconfitte, tutto assume un altro significato. Perché quando attraversi il dolore, quello vero, torni in campo con un peso diverso sulle spalle. Ma anche con una forza nuova. E Dimarco è proprio così: un giocatore che non ha mai smesso di lottare, nemmeno quando sembrava tutto perduto.
Non solo per la maglia, ma per se stesso, per la sua famiglia, per quel figlio che non ha mai visto, ma che gli ha lasciato dentro qualcosa che nessuna curva potrà mai dimenticare. Il calcio sa essere spietato, è vero. Ma ogni tanto, riesce anche a restituire qualcosa. E Dimarco, oggi, è la dimostrazione che si può rinascere. Anche quando nessuno ci crede più.
