Doccia fredda Sinner, finisce in fondo alla classifica: Alcaraz fa festa - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Doccia fredda Sinner, finisce in fondo alla classifica: Alcaraz fa festa - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Sembrava un 2025 ricco di gloria, ma per Jannik Sinner è arrivata una doccia fredda inaspettata. L’altoatesino è finito in fondo alla classifica.
Ci sono stagioni che definiscono un’epoca, e per Jannik Sinner il 2025 ha assunto la forma di una dichiarazione storica. Numeri, record, e continuità. Ed è proprio attraverso i dati che si percepisce davvero la portata del suo dominio. In un tennis in cui tutto viene misurato, sezionato, tradotto in percentuali, l’altoatesino ha chiuso l’anno sollevando non solo trofei, ma colonne di statistiche mai viste dal 1991 – da quando l’ATP ha iniziato a registrare in modo strutturato i game vinti al servizio e in risposta.
In 64 incontri disputati, Sinner ha conquistato 713 turni di battuta su 775, pari a un impressionante 92%, primato assoluto nel circuito. Nessun altro giocatore ha oltrepassato la soglia del 90%, con Taylor Fritz immediatamente dietro al secondo posto. Allo stesso tempo, con una lucidità che va oltre la sola esecuzione tecnica, Sinner ha chiuso l’anno come leader anche per percentuale di game vinti in risposta, trasformando quasi uno scambio su tre (32,63%) in break. È qui che emerge il tratto distintivo del suo tennis: non domina solo quando serve, ma anche quando reagisce.
E mentre gli avversari studiano il modo di forzarlo da una parte o dall’altra, il n.1 italiano continua a restituire numeri che raccontano la completezza del suo gioco. Dal diritto valutato con un punteggio medio di 8,81, fino al rovescio da 8,51, nel 2025 nessun tennista ha mantenuto uno standard qualitativo dei colpi superiore al suo. È una supremazia costruita centimetro dopo centimetro, scelta dopo scelta, che trova la sua naturale contrapposizione nella rivalità più accesa e moderna del tennis contemporaneo: Carlos Alcaraz.
I due hanno monopolizzato quattro finali Slam consecutive, dividendosi la gloria in uno scambio eterno che rimbalza dal verde di Wimbledon al cemento delle ATP Finals di Torino. Sinner ha vinto ai Championships diventando il primo italiano della storia a farlo, e nella Inalpi Arena ha scritto un altro capitolo indelebile. Tuttavia per Sinner non sempre c’è la vittoria dietro l’angolo, perché le delusioni non mancano.
Nel quadro perfetto del suo anno, esiste un dato, rilevato da Tennis Data Innovations, che sorprende l’occhio più matematico. Perché se Sinner ha primeggiato in quasi tutte le metriche legate al rendimento, non figura in cima a quella che misura la qualità tecnica del servizio, basata su parametri come spin, velocità, profondità e precisione della traiettoria. In questa graduatoria specifica – che valuta il colpo, non l’efficacia nel vincere i game – Jannik è appena 26°. Un paradosso soltanto apparente: non è la potenza a farlo primeggiare, ma la continuità gestionale. La percentuale di prime in campo è salita al 65%, gli ace sono leggermente diminuiti rispetto al 2024, ma con meno doppi falli (1.1 a partita contro 1.5 un anno fa) e una maggiore abilità nell’utilizzare angoli e zone strategiche. Meno ace spettacolari, più punti costruiti. Sinner serve per mettere l’avversario in difficoltà sul colpo successivo, per indirizzare lo scambio, non necessariamente per chiuderlo.

È una scelta tattica consapevole, un investimento mentale e tecnico. Il dato della posizione 26 racconta che il suo servizio non è il più esplosivo del Tour, ma è uno dei più intelligenti e produttivi. Perché non serve sempre spingere al massimo quando si ha la capacità di trasformare ogni risposta in un’opportunità. È in questo equilibrio tra razionalità e aggressività che si misura lo sviluppo del suo tennis. Se i numeri continuano a confermare che Sinner è il giocatore più completo della stagione, quella cifra isolata ricorda a tutti che i margini di crescita non sono finiti. E la rivalità con Alcaraz, alimentata da record e dettagli millimetrici, promette altri capitoli, forse ancora più intensi, nel 2026.
