Esonero Spalletti, la decisione è arrivata: ecco il nuovo ct - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Esonero Spalletti, la decisione è arrivata: ecco il nuovo ct - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Il calcio italiano vive ormai da anni un periodo di profonda instabilità, una crisi tecnica e identitaria che sembra non conoscere soluzione.
Non si tratta solo dei risultati sul campo, ma di un sentimento diffuso di smarrimento che accompagna da tempo la Nazionale maggiore. Le clamorose esclusioni dai Mondiali di Russia 2018 e Qatar 2022 sono state ferite che ancora bruciano, pagine nere che hanno lasciato una generazione intera senza una bandiera da tifare in una rassegna mondiale. In mezzo a queste due débâcle c’è stato l’Europeo vinto a Wembley nel 2021, una notte magica che sembrava poter segnare un nuovo inizio. Con Roberto Mancini in panchina e un gruppo solido e motivato, l’Italia tornava a brillare sul tetto d’Europa. Ma quella squadra, costruita con equilibrio e spirito, si è dissolta troppo in fretta. I mesi successivi hanno visto affiorare contrasti, dubbi e una serie di prestazioni altalenanti che hanno minato la solidità del progetto.
Da allora, nonostante il cambio di guida tecnica e l’arrivo di Luciano Spalletti, la Nazionale non è mai riuscita a ritrovare continuità né identità. Poco importa, oggi, come sia finita l’ultima gara disputata: il sentimento prevalente è che l’Italia non sia riuscita a costruire un gruppo realmente competitivo, né ad affermare un gioco riconoscibile. Il legame con il pubblico resta debole, l’idea di un progetto chiaro è sfocata, e la pressione si fa sempre più asfissiante.
Ecco allora che la posizione di Luciano Spalletti sulla panchina azzurra è stata definita: dopo la gara con la Moldavia saluterà definitivamente la Nazionale. Il Ct, che aveva assunto l’incarico con grande entusiasmo dopo l’addio di Mancini, si ritrova ora a dover fare i conti con una realtà più complicata del previsto. Le ultime prestazioni, le tensioni tattiche e le difficoltà nel creare un’identità collettiva hanno fatto emergere dubbi anche ai vertici della FIGC, dubbi che Gravina ha deciso di dirimere con l’interruzione del rapporto. Non è un caso che proprio Spalletti abbia ammesso la necessità di un confronto con il presidente federale Gabriele Gravina poche ore dopo la debacle in terra scandinava: “C’è bisogno che parli di tutto col presidente Gravina. Lui mi ha dato la possibilità di essere CT e lo ringrazierò sempre, poi lui può fare ciò che gli pare”. Così è stato, Gravina ha fatto ciò che gli pareva. Parole che già prima della gara contro i moldavi lasciavano intendere come il futuro del tecnico fosse forse già scritto.

All’interno dello spogliatoio, secondo alcune fonti, serpeggiava un certo disorientamento, con alcuni giocatori perplessi rispetto alle scelte di campo. E la situazione, invece di stabilizzarsi, è andata a peggiorare: forse neanche un 6-0 nella gara di stasera avrebbe potuto cambiare le cose. Siamo quindi al punto in cui si ipotizzano dei possibili successori: in prima fila Stefano Pioli, vicino però alla Fiorentina, e il nome suggestivo di Claudio Ranieri, attualmente legato alla Roma. Più clamorosa sarebbe l’ipotesi di un ritorno di Roberto Mancini, che ha recentemente dichiarato: “Tornassi indietro non darei l’addio alla Nazionale, mi sono pentito”. Tutto è ancora aperto, ma una cosa è certa: saltare per la terza volta consecutiva l’appuntamento più importante del calcio mondiale sarebbe un colpo durissimo. Spalletti intanto si aggiunge alla lunga lista degli allenatori che in questa stagione hanno fatto le valigie.
