Le Interviste degli Eroi

ESCLUSIVO – Intervista a Fabio Brini: “Esordio indimenticabile… giocammo a San Siro e parai un rigore ad Altobelli”

Published

on

GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

Per la mia intervista di oggi, raggiungo un campione dei mitici anni ’80, un portiere partito dalla provincia ed arrivato al grande calcio dei campionissimi.

Fabio Brini è stato un portiere di grande affidabilità, cresciuto nell’Ascoli del vulcanico presidente Rozzi ed arrivato nell’Udinese del grande Zico. Come mia consuetudine parto dagli inizi, dal calcio dell’oratorio … “Erano i periodi dove le chiese avevano il loro campetto, dove nasceva l’insegnamento ormai andato perduto. Giocavo a Porto Sant’Elpidio e a 15 anni iniziai a giocare in Prima Categoria. Fu il trampolino di lancio che mi portò nel settore giovanile dell’Ascoli. Al tempo non era facilissimo staccarsi dalla propria famiglia, ma la mia voglia era tanta. Quando arrivai c’era già Rozzi. Io ho fatto la Beretti, la Primavera, fino a che non vennero Renna e Sensibile che vinsero il campionato in B e mi portarono in prima squadra. Ero il terzo portiere, davanti a me c’era Felice Pulici. Dopo le prime stagioni andai a Civitanova in C2, vincemmo il torneo e tornai ad Ascoli”.

L’esordio in quella Seria A di 40 anni fa, è sempre un ricordo che vale la pena di essere raccontato. Chiedo a Brini come avvenne e quale era l’allenatore che lo portò nel gota del calcio italiano … Mazzone mi riprese ed ebbe il coraggio di farmi partire subito in A. L’esordio fu indimenticabile perché giocammo a San Siro contro l’Inter ed io parai un rigore ad Altobelli ad un quarto d’ora dalla fine. Il vero esordio avvenne in Coppa Italia, a Cremona e la partita successiva a Napoli parai un rigore anche a Palanca. Questo forse spinse Mazzone a mettermi titolare in campionato. Quando entrai nello stadio di Milano, avevo la sensazione di trovarmi un muro intorno, un recinto dal quale era impossibile scappare”.

Carletto Mazzone e Costantino Rozzi, icone del nostro pallone: impossibile non chiedere dei due… Rozzi è stato un presidente unico, paragonabile ad Anconetani. Personaggi genuini e tifosi, che cercavano di ottenere il massimo con le loro risorse. Mazzone lo dovrò per sempre ringraziare perché ha avuto coraggio ad inserirmi come titolare. Tra di loro avevano un rapporto fraterno”.

Chiedo se ci sono aneddoti particolari che vale la pena di raccontare, negli anni in cui i calciatori erano persone “normali” …Nella partita in casa con il Milan, che vincemmo 1 a 0, tra il primo ed il secondo tempo, andai nello stanzino del magazziniere per cambiare i tacchetti e ti trovo Albertosi che fumava una sigaretta. Io rimasi a bocca aperta, considerando che Mazzone la sigaretta nemmeno voleva sentirla. Questo mi fece capire che i grandi campioni potevano permettersi alcune cose che io giovane nemmeno potevo immaginare“.

L’Udinese di Mazza e Dal Cin è stato un capitolo fondamentale nella carriera di Brini. Naturale, quindi, narrare quel passaggio dalla provincia ad una squadra che puntava in alto … “Io, devo dire la verità, dovevo andare alla Juventus. Eravamo io e Tacconi. Poi ci fu una differenza notevole tra la richiesta dell’Avellino e l’Ascoli ed andai a Udine. A dir la verità, l’andare in Friuli non è stato da meno perché coincise con l’arrivo di calciatori importanti. Io avrei dovuto fare il secondo di Zoff per poi avviarmi verso il ruolo di numero 1. Non ho rimpianti, però, anche perché c’era stata una conoscenza con Zoff che mi invitò alla sua festa d’addio. A quella festa c’erano Yashin, BanksTomaszewski e gli unici portieri italiani eravamo io, Castellini e Bordon“.

L’arrivo di Zico fu il punto più alto di quel decennio di calcio a Udine. Un arrivo che coincise con un entusiasmo senza precedenti … Lo stadio aveva la capienza di 42000 persone e gli abbonati erano 40000. L’avvento di Zico diede entusiasmo a tutto l’ambiente. Fu una bella cosa per il calcio italiano che poteva contare sul gota mondiale. Ricordo che l’ultima sera che rimase a Udine, siamo stati insieme con le famiglie a casa di un amico comune, prima di salutarci. Queste sono soddisfazioni che ti rimangono. Sono stati anni fondamentali per quella terra: Causio, Virdis, Mauro, Selvaggi, Graziani, Gerolin, De Agostini, Bertoni. Sei anni in cui sono passati calciatori importanti che hanno deliziato il meraviglioso pubblico friulano”.

Dopo Udine il passaggio al Vicenza prima e all’Avellino poi … Andare a Vicenza fu una mia scelta. Avevo subìto un grave infortunio e stetti fuori sei mesi. Arrivarono Garella e Abate e io chiesi di andare via per poter giocare. A Novembre andai a Vicenza, facemmo un discreto campionato e poi, l’anno successivo, mi trasferii all’Avellino. Quando arrivai in Campania dovevo cercare di far crescere Tagliatela e dare il mio apporto. Tagliatela, per me, è stato un portiere che aveva delle doti che potevano portarlo a qualcosa di più importante”.

Concludo come sempre con la curiosità relativa all’avversario e al compagno più forti … Maradona l’avversario, Zico il compagno di squadra. Maradona mi fece gol in tutti i modi: due su punizione e uno con la mano. Storica la partita di Udine quando mi fece il pareggio con il pugno, come contro l’Inghilterra. Maradona aveva un piede delicatissimo“.

Grazie Fabio.

 

più letti

Exit mobile version