Lacrime Sinner, la rivelazione spiazza il circus - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Lacrime Sinner, la rivelazione spiazza il circus - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Essere Jannik Sinner, oggi, significa incarnare la perfezione tecnica in campo e il bersaglio preferito fuori. Quando la racchetta comanda, quando il match è vivo e pulsante, ogni gesto dell’altoatesino è sinonimo di controllo, lucidità e potenza.
È in quei momenti che il tennis torna ad essere ciò che dovrebbe essere: uno sport che si racconta da sé, senza bisogno di interpretazioni. Ma il tennis professionistico, nel 2025, è molto più di questo. È una narrazione costante, che si alimenta anche nei giorni in cui non si gioca, nelle dichiarazioni, nei cambiamenti e nelle polemiche. E in questo, essere Sinner non è mai stato così difficile. Nelle ultime settimane, il nome del numero uno al mondo ha continuato a occupare le prime pagine anche per motivi lontani dalla linea di fondo. L’addio improvviso di due figure cardine del suo entourage, il preparatore atletico Marco Panichi e il fisioterapista Ulises Badio, ha generato un vortice di ipotesi, interrogativi e speculazioni. Decisioni drastiche e silenziose, che hanno lasciato trasparire un momento di trasformazione radicale, ma che al tempo stesso hanno contribuito ad aumentare la pressione attorno al tennista azzurro.
Ma ci sono anche note liete. A dare ulteriore pepe ci ha pensato Nick Kyrgios. Uno che in passato non aveva risparmiato nulla a Sinner, con attacchi e ironie che sembravano dettate più da invidia che da spirito critico. Eppure, il Kyrgios versione luglio 2025 ha cambiato tono: ha preso le difese di Jannik, lo ha contrapposto a Carlos Alcaraz, lo ha indicato come esempio di professionalità e concentrazione. Un’inversione a U che ha sorpreso molti e che racconta di come la percezione pubblica attorno al ragazzo di Sesto stia evolvendo. Ma il vero colpo di scena è arrivato dal campione più titolato della storia: Novak Djokovic. Proprio lui, che non molto tempo fa aveva mostrato freddezza nei confronti dell’italiano, specialmente nel caso Clostebol, ha sorpreso tutti con dichiarazioni inedite, cariche di stima e, forse, di una sottile nostalgia per un sé stesso più giovane.
Durante la conferenza stampa seguita alla sua centesima vittoria a Wimbledon, Novak Djokovic ha parlato a cuore aperto di Jannik Sinner. E lo ha fatto con parole che lasciano poco spazio ai fraintendimenti: “Ci sono similitudini? Sì, considerando lo stile di gioco che abbiamo entrambi. Entrambi cerchiamo di essere aggressivi e colpiamo la palla in anticipo, cerchiamo di dominare gli scambi da fondo”. Il serbo ha ripercorso i primi momenti in cui vide all’opera il talento italiano: “Lo ricordo da ragazzino, 13 o 14 anni, quando l’ho incontrato e ho fatto qualche scambio con lui. Era alto e magro, come lo ero io da giovanissimo. Lui ora è più alto di me. Colpiva la palla con forza, aveva un timing ottimo e il suo movimento era velocissimo. Sì, ci sono parecchi elementi in comune, usiamo anche la stessa racchetta, ma ovviamente Jannik è unico a modo suo”.

Un passaggio importante, che rivela quanto Djokovic abbia osservato da vicino il percorso di Sinner. E a motivare questo legame c’è anche il comune denominatore rappresentato da Riccardo Piatti: “Ha lavorato per diversi anni con Riccardo Piatti, che era anche il mio coach, con cui ho un ottimo rapporto. È così che ho incontrato Jannik. Riccardo mi chiedeva di dare consigli, di dare una guida a Jannik. Quindi parlavamo parecchio. Ero sempre felice di condividere. È incredibile vedere il suo percorso, vedere quanto è diventato bravo e una forza dominante nel tennis maschile”.
