Milan, sentenza su Allegri: la dirigenza storce il naso - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Milan, sentenza su Allegri: la dirigenza storce il naso - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Dopo 4 mesi è arrivata la prima sconfitta per Allegri. Al netto di una prestazione alla pari, l’eliminazione ha stranito la dirigenza del Milan.
In casa Milan l’uscita prematura dalla Coppa Italia ha lasciato un rumore sordo, di quelli che sembrano svanire ma tornano a bussare dopo qualche ora, quando la lucidità sottrae spazio all’adrenalina. Il ko con la Lazio non rappresenta soltanto un risultato negativo, ma apre una finestra su un tema che circola da settimane intorno all’ambiente rossonero, come la gestione delle energie, la profondità reale della rosa e la possibilità – o necessità – di orientare la stagione su un obiettivo principale. Con Massimiliano Allegri tornato sulla panchina milanista, il club ha ritrovato solidità, ordine e una striscia di risultati che aveva rimesso il Milan tra le protagoniste del campionato. È lì, nella parte alta della classifica, con una squadra che ha mostrato crescita mentale e compattezza anche nelle serate meno scintillanti.
Eppure la Coppa Italia avrebbe potuto rappresentare un titolo alla portata, un’occasione per spezzare una siccità di trofei e restituire ai tifosi una soddisfazione concreta. Il problema è un altro: Allegri ha dovuto fare i conti con condizioni non ottimali di alcuni uomini chiave, rotazioni obbligate più che ragionate, e una gestione della rosa che non permette ancora di competere su tre fronti con la stessa intensità. Dalla partita sono emerse domande, non sentenze. Quanto pesa davvero questa eliminazione sul progetto tecnico? È preferibile rinunciare a una coppa per mettere tutto sul campionato? E soprattutto: il Milan ha davvero la forza di correre fino a maggio senza sforzi superflui?
L’ennesima prova si è svolta all’Olimpico, dove la Lazio ha punito i rossoneri con una gara accorta e cinica, decisa dall’incornata di Mattia Zaccagni all’ottantesimo. Per il Milan si tratta della prima sconfitta dopo quattro mesi di risultati utili consecutivi, un filotto positivo che era iniziato proprio dopo l’esordio complicato contro la Cremonese alla prima giornata di Serie A. Una caduta che interrompe un percorso netto, ma che non manda in crisi una squadra che fino a questo punto aveva mostrato solidità e organizzazione, pur senza spettacolo continuo. Il rammarico c’è. Occasioni fallite, poca precisione negli ultimi trenta metri, rotazioni che non hanno dato la scossa sperata. Ma qualcuno, dentro e fuori, sta provando a guardare oltre il risultato.

Tra le voci più lucide c’è quella di Emiliano Viviano, intervenuto a Mediaset: “Perdere non piace a nessuno, ma visto che Allegri fa fatica a mettere una formazione in campo… Pulisic per esempio era fuori per condizione, non per scelta tecnica. Credo che ad Allegri dispiaccia un po’ meno, perché ora gli resta una competizione sola e il suo Milan è bello lì davanti. La squadra rossonera si può concentrare solo sul campionato, fare turnover e gestire le rotazioni. Il Milan non è andato fuori di proposito, ma poi valuti lucidamente le cose e dici: ‘Ok, c’è il campionato’ “. La visione è pragmatica, perché perdere non è mai un bene, ma può diventare una scorciatoia verso la chiarezza. Con la Coppa fuori dai radar, le energie saranno tutte per il campionato. Tuttavia non bisogna cadere nel tranello dell’autogiustificazione: in società nessuno brinda.
