Padovan: “Italia, oggi sei da terza fascia, ma Gattuso è l'uomo giusto per un playoff giocato sui nervi” (foto x.com) - glieroidelcalcio.com
Padovan: “Italia, oggi sei da terza fascia, ma Gattuso è l'uomo giusto per un playoff giocato sui nervi” (foto x.com) - glieroidelcalcio.com
Giancarlo Padovan: “Dopo Spalletti andava ripreso Mancini. Gravina si è fermato all’Europeo vinto, manca programmazione”
Con una delle firme più prestigiose del giornalismo sportivo italiano, quella di Giancarlo Padovan, andiamo a scandagliare nelle motivazioni della disfatta dell’Italia contro la Norvegia.
Padovan, siamo una nazionale di che fascia oggi? Seconda? Terza?
“Visto ieri sera, siamo una Nazionale di terza fascia. Se vai a vedere i singoli, hanno vinto l’Europeo del ’21 alcuni di questi. Quelli che abbiamo perso non erano migliori di quelli che abbiamo tranne che nel reparto arretrato, Bonucci e Chiellini pesano come assenze. Non abbiamo forza per respingere squadre promettenti come la Norvegia che credo sarà la sorpresa del Mondiale”
La Norvegia, appena ha deciso di spingere, ci ha violato come ha voluto. Perché accade? Siamo così deboli?
“Ieri siamo stati così deboli perché dopo il gol di Esposito non siamo riusciti a raddoppiare e non abbiamo reparti che lavorano compatti. È un problema di atteggiamento tattico, perché una volta preso il gol è mancata l’euforia e siamo tornati ad essere una squadra malata e bisognosa di tante sovrastrutture psicologiche e tattiche. Avevamo fatto un buon primo tempo, vero che ci avevano lasciato giocare. Questa squadra deve diventare meno vulnerabile. Non so se questi mesi che ci separano ai playoff ci basteranno. Devi avere una complessità nervosa importante: se becchiamo un gol, oggi, diventiamo prevedibili e non giochiamo più. C’è poco tempo per mettere assieme una squadra e la tensione del playoff mi preoccupa tanto. Davanti, però, abbiamo buoni giocatori, rientrerà Kean”.
Gattuso è l’uomo giusto per questi playoff?
“Con Gattuso si va ai playoff, spero che sia l’uomo giusto perché spirito e tattica lo accompagnano. Tra l’altro, oggi, non verrebbe nessuno. Con Spalletti non c’è stata differenza rispetto alla gara con la Norvegia. Nei playoff si gioca molto sui nervi e sulla psicologia”.
Molti degli azzurri hanno parlato di debolezza. Cosa serve per ricostruire qualche certezza in campo?
“Tiro fuori un nome dimenticato. E forse anche lui è in una condizione psicologica particolare. Ma credo che la convinzione possa arrivare da uno come Chiesa. Magari a gennaio possa approdare in una piazza come Napoli per rilanciarsi anche in ottica nazionale”.

“Donnarumma è una nostra certezza. Così, come per me lo è Di Lorenzo, nonostante tutte le critiche ricevute. Dobbiamo trovare qualcosa in mezzo al campo, ma Tonali può fare la differenza. Dobbiamo ritrovare altri punti fermi oltre quelli menzionati. Dove finisce la fortuna, comincia il destino: un destino che va invertito”.
Ieri Gravina e tante altre eminenze più o meno grigie del calcio italiano erano a San Siro. Parlando di debolezze, quali sono le colpe di questa gestione della Figc e quali rimedi vede potenziali?
“Dopo l’Europeo non si è programmato. Si è vinto con la forza del destino, pensavamo di essere una grande nazionale, ma era solo un momento contingente. La Federazione non ha programmato nulla, dalle Academy ai settori giovanili. Bisogna far crescere i ragazzi anche nelle scuole di club, bisogna farli giocare di più in un piano di emergenza calcistica nazionale. Vanno stilati piani, senza programmi non si procede e si finisce nelle secche come nella gara di ieri che dimostra come siamo malmessi. E le avvisaglie con la Moldavia c’erano state tutte, oltre al secondo tempo davvero scoraggiante di ieri. Bisognerà lavorare tanto nello stage di febbraio. Gravina ha sbagliato anche la scelta del post Spalletti dal mio punto di vista: per me andava ripreso Mancini che avrebbe avuto la carica, di riparare il torto fatto alla Nazionale”.
