Scontro Sinner-Alcaraz, tutto vero: aveva ragione Kyrgios - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Scontro Sinner-Alcaraz, tutto vero: aveva ragione Kyrgios - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Probabilmente il buon nick Kyrgios, noto detrattore di Jannik Sinner, non aveva tutti i torti. Tra Sinner e Alcaraz continua la lotta anche fuori dai campi…
Doveva accadere, prima o poi. E Wimbledon 2025 è stato lo scenario perfetto per la definitiva consacrazione di Jannik Sinner. Dopo due finali perse contro Carlos Alcaraz – agli Internazionali d’Italia e al Roland Garros – l’altoatesino ha finalmente ribaltato la narrazione, prendendosi il trofeo più ambito, quello che lo ha reso il primo italiano della storia a trionfare sui prati dell’All England Club. Un successo che va ben oltre il valore del singolo titolo: è il punto di svolta nella rivalità più attesa e affascinante del tennis moderno. Se fino a poche settimane fa Alcaraz sembrava avere un piccolo margine, soprattutto per la sua varietà di gioco e la capacità di gestire i momenti chiave, oggi la bilancia si riequilibra. Sinner ha dimostrato di saper reggere la pressione, correggere i propri limiti e rispondere sul campo. E non solo. Perché la sfida tra i due non si gioca soltanto con la racchetta in mano.
Fuori dal campo, i due sono agli antipodi. Sinner, riservato, metodico, disciplinato, non lascia spazio al superfluo. Alcaraz, solare, carismatico, incline al relax e alla compagnia, non disdegna qualche vacanza tra amici. Differenze che emergono nei comportamenti, nello stile, nel modo di vivere il successo. E ora anche nei risultati, come ha sottolineato qualcuno con una punta di malizia.
A dar voce a questa lettura è stato l’ex tennista Conor Niland, intervenuto in un podcast nel pieno del post-Wimbledon. Parlando del successo di Sinner, l’irlandese ha tracciato una linea netta tra il comportamento del campione azzurro e quello di Carlos Alcaraz, reo, secondo lui, di essersi concesso troppo tempo per il divertimento dopo il trionfo parigino: “Sinner non è andato a Ibiza tra il Roland Garros e Wimbledon. Credo che Alcaraz viva un conflitto interiore, perché vorrebbe avere un po’ di normalità e può essere meno focalizzato”.

Un’osservazione che non è passata sottotraccia e che si allinea sorprendentemente a quanto detto, solo poche settimane fa, da Nick Kyrgios. Il tennista australiano, solitamente critico nei confronti di Sinner, aveva riconosciuto nel giovane italiano una dedizione fuori dal comune, contrapponendola allo stile di vita “mondano” di Alcaraz. Kyrgios parlò di “approccio monastico” del numero uno del mondo, sottolineando come fosse raro, nel tennis moderno, trovare una tale disciplina. A posteriori, le parole di Kyrgios sembrano aver centrato il punto. Sinner ha lavorato in silenzio, ha evitato luci e cocktail, ha scelto di investire ogni secondo nella preparazione. Un Wimbledon da leggenda. E ora anche gli ex colleghi iniziano a notarlo. Perché se è vero che Alcaraz ha talento da vendere, il tennis di oggi – come dimostra Sinner – si costruisce anche lontano dai riflettori di Ibiza.
