Si muove De Laurentiis, c'è un solo nome per la panchina del Napoli - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Si muove De Laurentiis, c'è un solo nome per la panchina del Napoli - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
A Napoli sono tutti preoccupati e il presidente De Laurentiis, dopo la sconfitta amara contro il Bologna, ha già in mente un nome per la panchina.
La quinta sconfitta stagionale del Napoli è arrivata nel peggiore dei modi: un 2-0 senza attenuanti contro il Bologna di Vincenzo Italiano, che ha colto la sua prima vittoria in carriera contro Antonio Conte. I gol di Dallinga e Lucumì hanno messo a nudo una squadra scarica, incapace di reagire e totalmente priva di idee. Un solo tiro nello specchio, quello di Elmas, è il dato che racconta meglio la prestazione opaca degli azzurri. Nonostante l’infortunio del portiere Skorupski, costretto a lasciare il posto al 17enne Pessina, la squadra partenopea non è riuscita mai a impensierire gli avversari, mostrando un atteggiamento arrendevole e una preoccupante mancanza di energia. Nel post-partita, Conte non ha nascosto la delusione e la rabbia, parlando apertamente di una crisi non solo tecnica ma mentale.
Non vedo energia positiva, ognuno pensa al proprio problema – ha detto in conferenza stampa – nel calcio il compitino non basta. Dobbiamo affrontare seriamente alcune situazioni e cercare di risolverle. Parole che risuonano come un campanello d’allarme, confermando la sensazione che qualcosa si sia rotto dentro lo spogliatoio. L’allenatore ha poi aggiunto: “Calcisticamente puoi cambiare modulo, ma trapianti di cuore non si possono fare. Ognuno di noi deve ritrovare spirito e cattiveria”. La sensazione di molti è che il progetto iniziato la scorsa stagione, culminato con lo scudetto, stia mostrando le prime crepe. Gli infortuni di Romelu Lukaku, Kevin De Bruyne, Billy Gilmour e Alex Meret hanno sicuramente inciso, ma non bastano a giustificare la resa psicologica di un gruppo che appare spento. Anche i tifosi, dopo l’entusiasmo iniziale, cominciano a mormorare. La pausa per le nazionali arriva nel momento più critico possibile, ma forse anche nel più utile per riorganizzare idee e uomini.
“Non accompagno un morto. Mi prendo tutte le responsabilità. Alla prima situazione negativa ci siamo sciolti, parlerò anche con il club di questo aspetto”. Le parole di Antonio Conte a fine partita sono un pugno nello stomaco. Dichiarazioni che sanno di resa parziale, ma anche di sfida. L’allenatore ha lasciato intendere che ci sarà un confronto diretto con la dirigenza, a partire dal presidente Aurelio De Laurentiis, per capire se esistono ancora le condizioni per proseguire insieme. La sua frase – durissima, quasi provocatoria — descrive una situazione ai limiti della sopportazione. Conte si sente solo, circondato da un gruppo che non risponde più ai suoi stimoli, e lo ha fatto capire con chiarezza.

Non posso non essere preoccupato, cinque sconfitte da inizio anno sono troppe – ha ribadito davanti ai giornalisti, aggiungendo che la squadra “ha fatto il compitino fino a sciogliersi”. E ora? Qualora le strade tra Conte e il Napoli dovessero separarsi, il club si troverebbe davanti a un bivio complicato. Sostituire un tecnico così carismatico e dominante a stagione in corso non è semplice. Un nome suggestivo potrebbe essere quello di Roberto Mancini, che però è fuori dal giro dei club europei da tempo dopo la parentesi in Arabia Saudita e la fine dell’esperienza con la Nazionale. Al momento, però, il futuro del Napoli resta sospeso tra due certezze: la crisi è reale, e Conte non intende fare da spettatore. A freddare gli animi per ora ci ha pensato il presidente De Laurentiis, scacciando pubblicamente ogni possibilità di separazione tra il Napoli e l’ex tecnico della Juve.
