Sinner distrutto, la promessa di Djokovic sconvolge il tennis - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Sinner distrutto, la promessa di Djokovic sconvolge il tennis - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Nel 2025 Jannik lo ha sempre battuto, ma Novak Djokovic ha fatto una promessa chiara. Per Sinner si mette male: ne uscirà distrutto.
Per Novak Djokovic il 2025 è stato un anno di transizione, complesso, a tratti spigoloso e non solo dal punto di vista tecnico, con due sconfitte nette contro Jannik Sinner nelle semifinali di Roland Garros e Wimbledon, ma soprattutto sotto il profilo narrativo. La stagione che ha segnato la definitiva esplosione del fuoriclasse italiano è infatti coincisa con la vicenda Clostebol, aperta con una squalifica di tre mesi che continua a lasciare scorie nell’immaginario collettivo. Una questione che Djokovic, con la sua proverbiale franchezza, non ha mai evitato: anzi, nell’intervista concessa a Piers Morgan, ha definito la vicenda “una nuvola che lo seguirà per sempre”, paragonandola al proprio caso legato al vaccino anti-Covid. Parole pesanti, che hanno alimentato il dibattito ma che, nella visione del campione serbo, riguardano più il sistema anti-doping che Sinner in sé.
Il campo, però, ha raccontato qualcosa di più semplice: nel 2025 il duello tra i due ha avuto un padrone chiaro. Sulle terre rosse parigine, Sinner ha interrotto la lunghissima striscia positiva di Djokovic con un 6-4, 7-5, 7-6 che ha evidenziato un divario fisico e una lucidità nei momenti chiave difficili da immaginare fino a un anno prima. Quella partita è diventata la cerniera psicologica dell’intera stagione, perché sull’erba di Wimbledon lo scenario si è ripetuto con una nitidezza quasi sorprendente: 6-3, 6-3, 6-4, un dominio costruito sul servizio e su un livello di continuità che ha lasciato Djokovic senza soluzioni. È da questo incrocio di percorsi che nasce il 2026 del serbo, una stagione vissuta come una risposta, un tentativo di spostare di nuovo l’asse della rivalità con un giocatore che negli ultimi due anni lo ha battuto in modo sempre più netto. Oggi Sinner è il volto del tennis moderno, l’uomo che ha rivoluzionato gerarchie e tempi, mentre Djokovic è il veterano che non accetta il ruolo di comprimario.
Le parole di Novak Djokovic, pronunciate ai microfoni di Sky Sports durante il Gran Premio del Qatar, hanno chiarito che il 2026 non sarà per lui un anno di semplice presenza, ma di rincorsa feroce. Il serbo ha aperto il proprio orizzonte con una metafora automobilistica che fotografa perfettamente il suo momento. Mi sto prendendo una breve pausa e sto cercando di ricostruire la mia macchina, per dirla in termini da Formula 1 – ha dichiarato, lasciando intendere che la preparazione invernale sarà un laboratorio profondo, quasi chirurgico. Parole che suonano quasi come un avvertimento, soprattutto per Sinner e Alcaraz: “Negli ultimi 18 mesi sono stato infortunato più spesso di quando ero sano, quindi sto cercando di ricostruire il mio corpo in modo che l’inizio della prossima stagione sia fantastico. Spero di riuscire a competere con i migliori.”

Djokovic non si vede in disarmo e non accetta che la narrazione del tennis moderno dipinga Sinner e Carlos Alcaraz come un binomio già inarrivabile. Al contrario, si percepisce ancora nel loro territorio, convinto che una stagione senza acciacchi possa riportarlo stabilmente tra coloro che decidono i tornei più pesanti. Lo testimonia anche l’obiettivo a lungo termine che ha fissato senza esitazioni: “In tutta la mia carriera mi sono dato obiettivi precisi, lavorando su come ottenerli. Li ho raggiunti praticamente tutti, ma voglio continuare a giocare. Ho già parlato della mia intenzione di disputare i Giochi Olimpici a Los Angeles nel 2028, finire lì rappresentando la Serbia sarebbe bello.” È una promessa, ma soprattutto una dichiarazione di guerra sportiva: per arrivare al 2028, Djokovic dovrà affrontare tre stagioni complete, fisicamente logoranti e tecnicamente ambiziose.
